Opere Inedite, Giorgia Catalano

Opere Inedite
a cura di Luigia Sorrentino


Giorgia Catalano: “Mi è sempre piaciuto scrivere.
Da bambina, mentre giocavo con le bambole, inventavo storie. All’epoca della scuola media avevo iniziato a scrivere “un romanzo” – così lo amavo definire. La mia insegnante di religione (era la più giovane tra tutti i docenti) apprezzava molto il mio lavoro e ogni volta che veniva nella mia classe a far lezione, si prendeva gli ultimi dieci minuti per leggere le nuove pagine che, man mano, scrivevo. La cosa morì lì, anzi è morta in cantina, dove ho conservato insieme ai vecchi quaderni, anche quel manoscritto di epoca infantile.
Qualche anno dopo, in piena adolescenza, cominciai a scrivere poesie. Mi lasciavo ispirare da qualsiasi cosa potesse colpire la mia attenzione. Dal soffio del vento, alla consistenza pannosa d’una nube, ad un fiore appena sbocciato e, ovviamente, dall’amore, da una grande infatuazione che, in quel periodo, mi devastava cuore e anima, perché era un amore – ovviamente – non corrisposto.
Via via, con il passare degli anni, il modo di scrivere è un po’ cambiato – credo abbia seguito la sua naturale evoluzione, dettata dalla maturità che con il passare dei giorni, mi ha presa per mano.
La poesia è sempre stata mia fedele compagna; talvolta, un cuscino su cui poggiare la testa per piangere, per dare sfogo al malanimo, alla rabbia, alle delusioni, a tutto ciò che mi ha turbata, o fatta soffrire.
Oggi, la poesia è per me un rifugio, una dimensione in cui siamo soltanto io e lei a scambiarci stati d’animo ed emozioni. Lei mi ascolta, mi capisce. Trasforma ciò che ho nel cuore in qualche cosa di visibile, di tangibile. Toccare una nube soffice è cosa ardua. Attraverso la poesia, riesco a farlo. Riesco a sentire dentro di me anche cose che, nel mondo reale, posso soltanto “vedere” con gli occhi – forse – di una bambina che si lascia affascinare anche da una coccinella posata su un filo d’erba.
Giorgia Catalano

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CHICCHI DI RISO

Apro il cuor mio, di ricche stanze abitato
perché in ognuna risiedon
gioia, pazienza e amore.
La gioia d’aver atteso un evento che avrebbe
cambiato la vita mia
che m’avrebbe nutrita e sorretta
e m’avrebbe trasformata.
La pazienza d’attender con dolore
che il tempo si compisse
che quegli anemoni di mare diventassero
manine da baciare.
L’amore quello eterno che nulla potrà sostituire,
quello che nessuno mai potrà rapire.
L’amore d’una madre per la sua prole, per
quei chicchi di riso portati in grembo
che via via si son fatti umani
e han visto la luce d’un nuovo mondo e le sue
mille speranze.
Figli che talvolta respirate intorno
Egoismo
Indifferenza e
Caparbietà
mettete una mano sul petto
e rapite dal vostro cuore
quel seme rimasto dentro di voi:
quell’essenza d’amore che mai
v’abbandonerà e che sempre farà luce
sui vostri giorni a venire.

FUOCHI D’ARTIFICIO

Polveri stellate
di variopinti colori
scoppiettano
ondeggiano
si muovono sinuose.
Fuochi, odori.
Rumori di caos,
nutriti di speranze,
di assordanti
preghiere,
di roboanti
incertezze,
di dubbie gioie.
Danzano nel cielo,
disegnando l’allegria,
riempiendo il cuore
sonnecchiante,
di illusoria felicità.

AMARSI DI PIU’

Ripercorrere vecchi sentieri
sotto una melma fangosa
affondati,
odoranti di malsana inquietudine
e di feroce rabbia ricoperti,
per scongiurare l’attesa,
nuova agonia di un inumano pensare.
Sedersi su un giaciglio di pensieri
che accovacciati ospitano la mia stanchezza,
la mia tristezza
che a poco a poco si ribella a
quel silenzio che continua a sobbollire
dentro un corpo deteriorato
dagli insulti e dagli inganni.
Taccio.
Mi metto in ascolto di quella diffidenza
e tremore che abitano in me,
che non trovano tregua,
che vorrebbero allontanarsi
per partorire un nuovo modo di vivere
di leggersi dentro, di capirsi
e di AMARSI di più
perché mai nessuno
m’amerà più di me stessa.

LA SPERANZA IN UN SOGNO

Aggrapparsi ad una speranza,
ad un sogno che non è illusione.
Ad un’immagine,
ad un quadro dipinto
con le tinte
dettate dal cuore.
Dai vivi sentimenti,
dalle euforie giovanili,
prima che si spengano,
che si confondano
tra foto d’un tempo
e si perdano nel limbo
dei ricordi.
Immagini fluttuanti
nella memoria
talvolta a colori,
talvolta in bianco e nero.

MICHELA

Spartiti di parole
pronunciate da fieri oratori
talvolta confusi, idee disordinate.
Si suonavano sillabe di discorsi
artefatti , pensieri fittizi,
lunghi proforma e saccenti sermoni.
Il mio pane, la mia vita.
Di fronte a lei stavo seduta.
Con le mani carezzavo
i suoi tasti bianchi e neri,
per far di ogni discorso
una sinfonia.
Anni son trascorsi.
Le mie dita vorrebbero narrare
di quei giorni lontani quando imprimevano
gesti, sorrisi, pensieri e sentimenti
come parole che scorrevano veloci,
incuranti delle ore che passavano.
Michela. Impresso il suo nome
nel mio cuore talvolta nostalgico di quei dì che
parevano perfetti e felici,
lontani da ogni rumore,
lontani da ogni dolore.

PORTA PALAZZO

Profumo intenso, vivace.
Foglie di menta dorate dal caldo sole.
Un burka contorna un viso
di giovane donna.
Mani dipinte, il suo sguardo cupo.
Grida accese per vender mercanzie.
Bancarelle addobbate di colori,
di profumi d’altrove circondate.
Spezie, essenze, parole d’altre lingue
mi suggeriscono immagini mai vissute,
d’una vacanza assolata.
Bazar di forti colori
e di mille sapori,
di voci indistinte e musicali cantilene.
Gente che va che viene, che s’adopera
in acquisti.
Orologi cinesi dalle tante strane forme.
Occhi a mandorla si perdono verso l’orizzonte
d’un monte lontano.
Palazzi d’un tempo che fu, raccontano ancora
fieri, la loro storia.
Scorrere, correre, confondere
per confondersi lentamente in un nuovo mondo
fatto di tanti cuori e paesaggi,
di tante menti e costumi, di tante piccole
grandi umanità.

MONTAGNE D’AUTUNNO

Monti lontani,
abbracciati dalla prima neve,
infondono in me
la calma che mi porta il silenzio
Di quei fitti boschi
e di quei prati estivi,
rimangono rami spogli levati al cielo,
spenti da questo autunno
che li ha pian piano addormentati.

Giorgia Catalano è nata a Ventimiglia il 26 gennaio 1971. Vive a Torino con suo marito e i suoi tre figli.
E’ un’insegnante e adora tutto ciò che le permette di esprimere la sua creatività: soprattutto la fotografia, il decoupage e saltuariamente mi dedico al restauro di piccoli oggetti. Alcune sue poesie sono state  pubblicate recentemente in antologie.

2 pensieri su “Opere Inedite, Giorgia Catalano

  1. Le tue poesie, cara Giorgia, hanno il sole in fronte, emanano quel senso umano e profondo che abbraccia lo spoglio destino degli umani, senza la disperazione e il rimpianto di non poter stringere la felicità tra le mani. C’è una lucida introspezione nei tuoi versi, penso davvero di farti una delle più pregnanti e profonde prefazioni che ti sia mai capitato di avere. Auguri sinceri, dolce creatura, un abbraccio. Ninnj

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