Venezia festeggia Andrea Zanzotto

La Città di Venezia festeggia i novant’anni di Andrea Zanzotto dedicandogli “Parlami ancora”, lo spettacolo teatrale ideato e messo in scena dall’attrice Stefania Felicioli, per la regia di Stefano Pagin, in collaborazione con l’Assessorato comunale alle Attività culturali e il Teatro Stabile del Veneto. L’appuntamento è fissato per domani, giovedì 6 ottobre, alle ore 20.30 al Teatro Goldoni di Venezia.

“La nostra città deve moltissimo a Zanzotto – ha affermato l’assessore comunale alle Attività culturali, Tiziana Agostini – e per questo Venezia gli rende omaggio in occasione del suo compleanno. Questo spettacolo, rivolto alla città e a tutta la comunità culturale che gravita attorno ad essa, sarà un importante avvenimento per mettere in primo piano la poesia attraverso il linguaggio del teatro”.

L’idea e la volontà di allestire “Parlami ancora” viene dalla protagonista, l’attrice Stefania Felicioli, che si è detta da sempre incantata dalla poesia di Zanzotto: “Il desiderio di vedere incarnarsi in un personaggio teatrale la poesia zanzottiana e’ sorto spontaneo, non solo perché essa porta già in sé una forte teatralità, ma anche perché mai come in quest’epoca si sente fortissima l’urgenza di una voce come quella di Zanzotto. Per questo ho voluto uno spettacolo in cui un racconto extratestuale funge da contenitore dei componimenti poetici”.

La selezione dei testi è il risultato di un work in progress e propone due brani: “Parlami ancora”, una prosa dai toni lirici e struggenti che presta inoltre il titolo allo spettacolo e “Mercato distante”, un’inquietante giallo che riesce a tradurre in scrittura la potenza delle immagini del grande cinema d’autore. Le poesie sono tratte dalle raccolte “Meteo”, “Idioma” e “La Beltà’. Le opere scelte sono in lingua italiana e nella lingua veneta di Pieve di Soligo.


Sì, ancora la neve

“Ti piace essere venuto a questo mondo?”

Bamb.: Sì, perché c’è la STANDA”.

Che sarà della neve
che sarà di noi?
Una curva sul ghiaccio
e poi e poi… ma i pini, i pini
tutti uscenti alla neve, e fin l’ultima età
circondata da pini. Sic et simpliciter?
E perché si è – il mondo pinoso il mondo nevoso –
perché si è fatto bambucci-ucci, odore di cristianucci,
perché si è fatto noi, roba per noi?
E questo valere in persona ed ex-persona
un solo possibile ed ex-possibile?
Hölderlin: “siamo un segno senza significato”:
ma dove le due serie entrano in contatto?
Ma è vero? E che sarà di noi?
E tu perché, perché tu?
E perché e che fanno i grandi oggetti
e tutte le cose-cause
e il radiante e il radioso?

 

da “La beltà” (1968) di Andrea Zanzotto

Esistere psichicamente
Da questa artificiosa terra-carne
esili acuminati sensi
e sussulti e silenzi,
da questa bava di vicende
– soli che urtarono fili di ciglia
ariste appena sfrangiate pei colli –
da questo lungo attimo
inghiottito da nevi, inghiottito dal vento,
da tutto questo che non fu
primavera non luglio non autunno
ma solo egro spiraglio
ma solo psiche,
da tutto questo che non è nulla
ed è tutto ciò ch’io sono:
tale la verità geme a se stessa,
si vuole pomo che gonfia ed infradicia.
Chiarore acido che tessi
i bruciori d’inferno
degli atomi e il conato
torbido d’alghe e vermi,
chiarore-uovo
che nel morente muco fai parole
e amori. 

da “Vocativo” (1957) di Andrea Zanzotto

2 pensieri su “Venezia festeggia Andrea Zanzotto

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