Opere Inedite, Daniele Beghè

Daniele Beghè mi scrive questa lettera che pubblico integralmente.
Mi piace molto ciò che scrive Daniele . Daniele non si rivolge soltanto a me, ma ai lettori del blog. Ed è per questa ragione che rendo pubblica la sua lettera.

Daniele merita una risposta da noi tutti.  

Naturalmente, ringrazio Daniele per avermi scritto.

Per prima cosa dico a Daniele: “Lei deve continuare a scrivere, non posso però dirle ‘come‘. Deve scoprire lei, piano piano, la ‘sua’ voce.”

“Gent.ma Sig.ra Luigia Sorrentino,
sono un uomo ormai vicino alla cinquantina, che in età giovanile per scelta economica ha frequentato studi commerciali. Ho tentato di svolgere per anni il mio compito con diligenza, ma poi mi sono arreso all’evidenza ed ora mi dedico all’insegnamento. Le materie economiche e giuridiche sono però una scusa: il mio pubblico non è raffinato, universitario o liceale, lavoro nei corsi di formazione. Lì incontro giovani apprendisti, ragazzi per lo più stranieri, rifiutati dalle scuole, che vogliono imparare un mestiere e, molto spesso, adulti disoccupati o cassaintegrati, che faticano sui banchi per avere forse un’ultima chanche.

Da quasi quindici anni frequento l’ultimo girone, i più reietti fra gli studenti: i carcerati.
In quelle aule ho la possibilità di riconvertire le mie conoscenze in un lavoro utile agli altri e a me stesso, posso esercitare quel poco di professionalità ed umanità di cui dispongo e, soprattutto, imparo a vivere con gli altri, ad arricchirmi con loro.

Chi legge penserà: cosa c’entra tutto ciò con il manoscritto spedito? Proverò a spiegarlo.
Intanto la sommaria descrizione del mio percorso mostra come la fatica e le soddisfazioni del vivere mi abbiano impedito di prendere seriamente la passione per la lettura e per la scrittura, che esercito da oltre trent’anni.

Ho scritto migliaia di pezzi ( li chiamo così perché non so definirli in altro modo ) fin dai tempi del liceo su foglietti sparsi, sui margini dei quaderni e dei libri. Molti sono andati persi, per fortuna. Comunque spendere un po’ di energia tutti i santi giorni per cercare una parola che sia, per me solo, memorabile rappresenta un’ancora di salvezza. Pensarla in treno o in macchina mentre vado al lavoro è dolce compagnia. Provare ad esprimere con leggerezza, rapidità e precisione di linguaggio i miei pensieri è una fissazione attorno alla quale ho costruito un mondo.

Non ho mai avuto nessuna smania di successo, neppure letterario, quello che ho scritto l’ho scritto solo per me. Qualche tempo fa mi è venuta la strana voglia di capire se questo mio divertimento a volte doloroso, questo mio dilettantesco diletto, potesse avere un valore fuori dall’uscio di casa mia. Per questo ho messo insieme un po’ di pezzi ritrovati, rielaborati, recenti ed ho concepito l’ardore di spedirli.

Se gentilmente i lettori mi faranno dono di una loro impressione, quale essa sia, priva di qualsiasi indulgenza, sarò infinitamente grato.

Cari lettori, non fatevi scrupolo alcuno, nel caso non riteniate interessanti i miei scritti, nulla cambierà: la ricerca di quella parola, memorabile per me solo, mi accompagnerà fin che avrò la forza d’immaginare.
Cordiali saluti
                             Daniele Beghè

da Enzimatiche misticanze (Inedito)

ERRO?
Micologi erranti
in spazi
vagamente trapunti
coglieranno
porcini stellati
refusi della mente.

*

CURRICULUM VITAE
Scrivere il curriculum
con concisa precisione
è una consuetudine penosa.
Vendere me stesso
elencando titoli roboanti:
Dottore commercialista,
Revisore contabile,
che suonano a disdoro
mi rattrista.
Solo formatore mi onora,
pur se mestamente incapace
di attizzar nuovi fuochi.
Indicare lo stato civile
suona già una sconfitta.
Poi l’elenco delle mie medaglie
ha un crescendo comico:
comincio con consulente aziendale,
con tante esperienze
che pesano sulle spalle,
esaminatore certificato di
elaborate qualifiche professionali.
Per terminare con la più fatale:
conduttore dell’impresa simulata.
Manager esperto, ma simulato,
sarcastico compendio del curricolo.

*

PERCORSO DEL POETA
Per chi non mi conosce
vengo dalla ragionieristica:
l’ approccio alla scrittura
furon verbali e relazioni.
Per moderna comodità’
accendevo il computer
sottomettendomi come tutti
al bieco monopolista.
Mi fu insegnato ad usare
un’apposita funzionalità’:
il tasto giustifica.
In questo modo si utilizzano
le righe fino in fondo
ed il documento appare,
così dissero i responsabili,
più razionale ed ordinato.
Qui sorge il problema
( esistenziale?):
a me non piace occupare
tutti gli spazi disponibili.
Allora mi avvicinai alla poesia
per ribellione al tasto giustifica.
Il mio approccio alla poesia
appare del tutto ingiustificato.

*

MATTINA
M’imburro
d’immenso.

*

DENTE PER DENTE
Se il cuoco non è lesto
condanna all’atrofia
le trofie al pesto.

*

CULTURA DEL SALAME

Il salame di Felino
ha fine lardo,
ma non di Gattopardo.

Il salame di Felino
non fa le fusa
quando leggo
il Lampedusa.

7 pensieri su “Opere Inedite, Daniele Beghè

  1. Trovo che Daniele Beghè ha il coraggio e la spudoratezza di affrontare la poesia con originalità e schiettezza,senza preoccuparsi troppo del lettore, ma non credo che questo sia il risultato di un dettato narcisistico, solo l’urgenza di scrivere e di ‘tirare fuori’ quello che ha dentro, quello che immagina, senza filtri e mezze misure, non cerca “giustificazioni”, e se non altro per questo penso che il suo sia un lavoro più che apprezzabile. Inoltre le poesie sono caustiche e ironiche seppure rappresentano verità talvolta anche poco gradevoli. E ritengo che anche questo sia un pregio.
    Ho trovato molto divertenti “M’imburro d’immenso” e “Dente per dente”.
    Concordo con Luigia sull’incoraggiamento di continuare a scrivere: la poesia rappresenta un lavoro continuo e costante su noi stessi e la nostra scrittura, alla ricerca delle modulazioni che meglio possono farci esprimere.
    Monica Martinelli

  2. Ringrazio Luigia Sorrentino per l’ospitalità offerta ai miei pezzi. Sicuramente continuerò a scrivere con la passione e l’intensità con cui l’ho sempre fatto. La scrittura rappresenta per me il cassetto dove riporre i miei pensieri più cari, le emozioni più vive, quando lo riapro riapro im mio cuore.

  3. Ringrazio Italo per le sue parole. Ha colto nel segno una delle principali motivazioni del mio scrivere: alleggerire con l’ironia l colpi della vita.

  4. Ringrazio Monica Martinelli per la sue considerazioni. Considero il sarcasmo e l’ironia, rivolti principalmente a me stesso, ad un tempo strumenti di scavo e di scudo, per analizzare la realtà e a volte per prendere un pò di distanza da essa.
    La lettura del suo commento mi ha spinto a ricercare sul web qualche suo lavoro. Ho scaricato alcune poesie, le leggerò con attenzione per renderle il favore di un commento.
    Daniele

  5. caro Daniele, il tuo entusiasmo mi appassiona…

    C’è infatti chi sostiene che oggi si scrivano troppe poesie, e questo, non incoraggerebbe il mercato della ‘poesia di qualità’.

    Io credo che ci sia, oggi, un gran bisogno di libertà. La poesia, lo scrivere ‘pezzi’ di poesia, come dici tu, è uno dei modi per raggiungere la propria libertà, fosse anche solo libertà di pensiero… Daniele… continua pure a scrivere. Le tue poesie anche se le tue poesie, come quelle di molti altri, non cambieranno il mondo (come ben disse Patrizia Cavalli).

  6. Il mio non è un commento di chi apprezza la poesia così tanto da cercarla, ma trovo Daniele capace di fermarsi per un tempo necessario a fissare il suo pensiero col solo mezzo linguistico diretto e immediato che è la poesia. Come un quadro. Con quel pensiero lui è lui come era e sarà. E io lo ritrovo.
    grazie Daniele.
    luca

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