Maria Giorgia Ulbar, poesie

Maria Giorgia Ulbar

Dormo qui solo ogni tanto
su questa forma mia di materasso
con un affossamento
allungatosi nel tempo
forma di quello che sarei
fossi rimasta qui per tutto il tempo
a sporcare l’aria di me
lasciare odore nella stanza.
Invece l’aria qui è intatta
liscia e profumata
insieme alle camicie di mia madre,
solo altrove lontano ce l’ho fatta
a fare veri buchi
neri odorosi di presenza.

Da I fiori dolci e le foglie velenose, di Mariagiorgia Ulbar (Firenze libri, 2012)

*

Mi lascia insoddisfatta la montagna
e il lago si è perfino ritirato.
Un sole orizzontale mescolato
al vento e più lontano
una diga di qua alta, di là più ancora
cemento fatto a strati
l’inclinazione curva della pietra.
Tolgono il respiro le dighe che dividono
acqua forte covata che poi esplode
elettricità che scende fino a valle
e lì una fioca lampadina
a illuminare pelle su altra pelle.

Da Gli eroi sono gli eroi di Mariagiorgia Ulbar (Marcos y Marcos, 2015)

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