Poesie della strage

Matteo Fantuzzi / Credits Daniele Ferroni

di Eleonora Rimolo

Dal 2 agosto del 1980 sulle orizzontali tracciate dai binari della stazione di Bologna non si muovono solamente treni e viaggiatori: il silenzio della memoria, infatti, sussurra continuamente la storia terribile di una strage, e così farà per sempre, perché è lì che si comprende/il senso di una strage,/quando il silenzio avvolge e copre/senza scelta e senza distinzione. È con questi versi che Matteo Fantuzzi, ne La stazione di Bologna (Feltrinelli 2017), delinea immediatamente la quiete attonita che segue per un attimo l’esplosione. In questa sua raccolta di versi tutta dedicata al senso di quel massacro e all’estrema umanità con la quale Bologna si è rialzata, Fantuzzi descrive in maniera puntuale i fatti di cronaca, citando i nomi delle vittime, ancorando responsabilmente il verso alla realtà, e quindi assegnandogli il fondamentale compito di sottrarre all’oblio un evento che ha cambiato la storia italiana degli ultimi trent’anni. Continua a leggere

Daniele Piccini, “Terra del desiderio”

picciniDalla Postfazione di Giancarlo Pontiggia

Libro in parte antologico, in parte costituito di poesie nuove (nell’ultima sezione) Terra del desiderio, (Collana di Poesia Contemporanea in formato E-Books, Nomos Edizioni, 2016, euro 3,99)  si pone al crecevia tra il libro di ricapitolazione della propria esperienza – poetica e umana – e l’opera nuova ancora in fieri, ma già impostata nei suoi fondamenti. Non tutti, pochi a dire il vero, potrebbero permettersi un’operazione di tal genere a poco più di quarant’anni, ma Daniele Piccini ha già alle sue spalle cinque raccolte poetiche e un repertorio saggistico di tale ampiezza (edizioni critiche di poeti trecenteschi, interventi militanti sulla letteratura contemporanea, riflessioni teoriche sulla poesia), da poter disegnare un libro in cui tensione esistenziale e complessità del pensiero poetante si saldano senza incertezze.

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