Marisa Papa Ruggiero, "Di volo e di lava"

papaDalla PREFAZIONE di Giancarlo Pontiggia
Ci sono libri che si affidano a un’intuizione – solitaria concentrata ossessiva – e intorno a quel monolite concrescono a spirale, restando sempre inchiodati a quel movimento, a quell’immagine generatrice. Anche Di volo e di lava di Marisa Papa Ruggiero è uno di questi: se non che l’intuizione, qui, non è solo un’immagine privata, ma un luogo di straordinaria forza suggestiva, in cui natura e storia, tempo e arte si sono attorti in un unico nodo, sprigionando nel corso dei secoli una molteplicità frondosa di figurazioni e di pensieri. Quel luogo sono le latomie siracusane, le enormi cave di calcare – labirintiche stanze di pietra che sprofondano in pozzi profondi, o s’inerpicano verso la luce di un cielo troppo alto, troppo azzurro – da cui furono tratte le pietre per edificare gran parte della meravigliosa città greca, ma dove furono anche segregati, e fatti morire, gli Ateniesi catturati in una delle tante rovinose imprese della guerra del Peloponneso. Continua a leggere