Dylan Thomas, “Lasciatemi fuggire”

Dylan Thomas

Let me escape

Let me escape,
Be free, (wind for my tree and water for my flower),
Live self for self,
And drown the gods in me,
Or crush their viper heads beneath my foot.
No space, no space, you say,
But you’ll not keep me in
Although your cage is strong.
My strength shall sap your own;
I’ll cut through your dark cloud
To see the sun myself,
Pale and decayed, an ugly growth.

 

Lasciatemi fuggire

Lasciatemi fuggire
essere libero, (vento per il mio albero, acqua per il mio fiore),
vivere per me stesso
e soffocare gli dei dentro di me
o schiacciare sotto il piede le loro teste di vipera.
Non c’è spazio, non c’è spazio, voi direte
per quanto robusta sia la vostra gabbia
non potrete trattenermi.
La mia forza vi piegherà;
scannerò la vostra nuvola nera
per guardare io stesso il sole
pallido e marcio, come una brutta escrescenza.

Dalle poesie inedite di Dylan Thomas
Traduzione di Giovanni Ibello

Dylan Thomas (Swansea, 27 ottobre 1914 – New York, 9 novembre 1953) è stato un poeta, scrittore e drammaturgo gallese. Nel corso di una vita straordinariamente intensa, per quanto breve, Dylan Thomas ha scritto poesie, saggi, sceneggiature, racconti (molti a sfondo autobiografico) e un dramma teatrale dal titolo Sotto il bosco di latte la cui versione radiofonica ha vinto il Prix Italia nel 1954. Figlio di un professore della grammar school di Swansea, Dylan Thomas mostra sin dall’infanzia i segni di una vocazione sicura. A soli vent’anni scuote l’ambiente letterario londinese con Diciotto poesie (Eighteen poems, 1934), nel quale afferma lo stile di una poesia naturale e istintiva, per quanto pervasa da un’inquietudine oscura. Insieme a un gruppo di giovanissimi poeti e scrittori, s’impone come alfiere di un cosiddetto “nuovo romanticismo”, sorto in reazione all’intellettualismo e al classicismo di cui erano accusati Auden, e i poeti del suo gruppo. Al 1936 risalgono le Venticinque poesie (Twenty-five poems), cui seguono Il mondo che respiro (The world I breathe, 1939), e La mappa d’amore (The map of love, 1939) che comprende liriche e prose. Il libro che raccoglie le sue poesia più note è Morti e ingressi (Deaths and entrances,1946). Le varie raccolte di poesie apparse tra il 1934 e il 1952 sono state poi ripubblicate nel volume Poesie scelte 1934-1952 (Collected poems 1934-1952, 1952).Poco prima della morte pubblica Il medico e i diavoli (The doctor and the devils, 1953).

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