Patrick McGuinness, due inediti e altre poesie

Patrick McGuinness /credits ph Mari McGuiness

Travelodge

You find them off roundabouts,
after circumlocutions of motorway.
They are a way of never getting to the point.

Perhaps you have an interview nearby,
and that is why you drove here, this reef
of dormitory coral on the outskirts of a town

that looks just like the one you left.
Perhaps you have no more interviews,
and that is why. Perhaps you’re reapplying

for your old job as a father or a husband
or for a new one as the same, in a startup
where your skillset is required.

Maybe the startup’s you. You’ve packed
a half-bottle of something strong, proof
against sleeping badly or too well,

and settle like the coffee granules in the single-
portion sachets they’ve laid out.
Even in the slow race to the bottom

of yourself you seem to have come last.
The mirror watches you unpack your endless
shallow bag, its well of lonely clothes.

The television is a furnace burning local news.
You are breathing wardrobe-air.
The plastic kettle rages and wants to know who’s there.

(Unpublished)

*Travelodge is a chain of pragmatic (let’s call them) hotels in the UK.

Travelodge *

Li trovi all’uscita delle rotatorie,
dopo cinconlocuzioni in autostrada.
Sono un modo per non arrivare mai al punto.

Forse hai un’intervista lì nei pressi,
ecco perché ci sei venuto, in questa barriera
corallina dormitorio alla periferia di una città

molto simile a quella da cui sei partito.
Forse di interviste non ne hai più,
ecco il perché. Forse stai rifacendo domanda

per il tuo vecchio lavoro come padre o marito
o per uno nuovo nella stessa veste, in una startup
dov’è richiesta la tua competenza.

Magari la startup sei tu. Hai messo in valigia
una mezza bottiglia di qualcosa di forte, contro
il dormire male o troppo bene

e ti depositi come i granuli di caffè
nei sacchetti monoporzione lì allineati.
Perfino nella corsa fiacca al fondo

di te stesso sembri arrivare ultimo.
Lo specchio ti osserva mentre svuoti la borsa
piatta senza fondo, il suo pozzo di abiti solitari.

La televisione è una fornace che brucia notizie locali.
Respiri aria di armadi.
Il bollitore di plastica infuria e vuol sapere chi c’è.

(Inedito)

Nel Regno Unito Travelodge è una catena di alberghi, diciamo così, pragmatici.

Grief

I’d like to separate from the beginners’ group now,
maybe move up a class, go where the intermediates
hold their conversations. I think I’m ready, and anyway
it’s fluency I’m after not accuracy.

I want to talk to the natives, contribute to my new country;
I’d like to get a job, buy a place, maybe start a family.
I’ll always sound rusty, though I never shone.
The passport came free; it’s the citizenship that costs.

(Unpublished)

Lutto

Ora vorrei lasciare il gruppo dei principianti,
forse passare di livello, dove gli intermedi
fanno conversazione. Credo di essere pronto, e poi
è la scioltezza che voglio non la correttezza.

Voglio parlare ai locali, contribuire al mio nuovo paese;
vorrei trovare un lavoro, comprar casa, forse avere dei figli.
Sembrerò sempre arruginito, ma brillante non lo sono mai stato.
Il passaporto l’ho avuto gratis; è la cittadinanza che costa.

(Inedito)

Da: L’età della sedia vuota, Traduzione e cura di Giorgia Sensi, Il ponte del sale (2011)

The Fly

Another of your letters, Cilea, and the paper goes
for weeks in my pocket, folded, unfolded, becomes soft
as cotton while the words fade and have to be guessed at;
or, better still, replaced with words I wish you’d written,

wish you’d write. As for the envelope, I’ve licked the flakes
of gum along the seal, and fancied I tasted you: the candy
of your lipstick and a haunting of Duty-Free smoke.
You tasted of airports, but I taste thin air…

I’m the bluebottle on his flypaper turnstile: pumping
the sugar from the poison, twisting in the dead breeze,
riveted by glucose hits, sinking deeper and deeper
into the white shallows of the page, what I remember of your eyes.

La mosca

Un’altra tua lettera, Cilea, e il foglio
resta in tasca per settimane, piegato, spiegato, diventa
floscio come cotone mentre le parole, sbiadite, si devono intuire;
o, meglio ancora, sostituire con parole che vorrei avessi scritto tu,

vorrei che scrivessi tu. La busta poi, ne ho leccato le squame
sulla striscia di colla e immaginato di sentire il tuo sapore:
la dolcezza del tuo rossetto e la persistenza del fumo duty-free.
Tu sapevi di aeroporti, ma io sento sapore di aria vuota …

Sono il moscone sulla carta moschicida, che succhia
lo zucchero dal veleno, che si contorce nella brezza immobile,
inchiodato da boccate di glucosio, e sprofonda sempre più
nelle secche bianche della pagina, ciò che ricordo dei tuoi occhi.

My Mother

How I think about her now is how
a thought is said to cross the mind:
like a bird’s shadow as it flies,
dragging its span in darkness along the ground.

Mia madre

È così che penso a lei ora, come
si dice di un pensiero che attraversa la mente:
come l’ombra di un uccello mentre vola,
che nel buio trascina per terra l’apertura delle ali.

Patrick McGuinness è nato in Tunisia nel 1968 da madre belga di lingua francese e padre irlandese di terza generazione; scrive in inglese ma considera il francese ‘quasi’ la sua lingua madre, è professore di letteratura francese e letterature comparate all’Università di Oxford, e Fellow di St. Anne’s College. Divide il suo tempo tra Oxford, dove lavora, e Caernarfon, nel Galles settentrionale, dove vive, in famiglia parla gallese.
Poeta, romanziere, saggista, critico letterario, traduttore, editor, accademico, ha pubblicato, oltre la saggistica e le pubblicazioni accademiche, diverse opere di poesia e narrativa, tra cui le sillogi The Canals of Mars, Carcanet 2004; Jilted City, Carcanet 2010; il romanzo The Last Hundred Days, Seren, 2011; il memoir Other People’s Countries: A Journey into Memory, Jonathan Cape, 2014; il romanzo Throw Me to the Wolves, Jonathan Cape, 2019.
In Italia sono state pubblicate le raccolte poetiche (I canali di Marte, poesie scelte, Mobydick 2006; L’età della sedia vuota (Jilted City), Il ponte del sale, 2011; Déjà-vu, poesie scelte, Interno Poesia Editore, 2019, tutte a cura e traduzione di Giorgia Sensi. Il romanzo Throw Me to the Wolves è uscito in versione italiana per Guanda col titolo Gettami ai lupi.
Nel 2009, Patrick McGuinness è stato nominato Chevalier dans l’Ordre des Palmes Académiques dal governo francese per meriti verso la cultura francese.

www.patrickmcguinness.org.uk
www.en.wikipedia.org.wiki/Patrick_McGuinness

Giorgia Sensi è traduttrice free lance. Ha tradotto fiction, non-fiction e soprattutto poesia. Tra i poeti da lei tradotti si segnalano in particolare: Carol Ann Duffy, Kate Clanchy, Jackie Kay, Vicki Feaver, Eavan Boland, Liz Lochhead, Margaret Atwood, Patrick McGuinness, John Barnie, Gillian Clarke. La raccolta da lei curata e tradotta, La casa sull’albero, Kathleen Jamie, Ladolfi Editore, 2016, ha vinto il Premio Marazza 2017 per la traduzione poetica. Sue pubblicazioni nel 2018:
La compagnia più bella, Kathleen Jamie, Medusa Editore; Scrutare gli orizzonti, Kathleen Jamie, narrativa di viaggio, Luciana Tufani Editrice; una raccolta di poemetti di Natale di Carol Ann Duffy,Un Natale inglese, con Andrea Sirotti, Le Lettere. Sue pubblicazioni nel 2019: Déjà-vu, poesie scelte di Patrick McGuinness, IP Editore, Falco e ombra, antologia di poesie e prose di Kathleen Jamie, IP Editore; La testa di Shakila, poesie e prose di Kate Clanchy, Lietocolle-gialla oro; 8 poesie di Jenny Mitchell per la rivista Versodove, n. 21; Istantanea di ippopotamo con banane e altre poesie, Philip Morre, IP.

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