Stefano Carrai, “La traversata del Gobi”

Stefano Carrai

Scrivere un libro di poesia significa sempre fare i conti con la storia, quella personale e quella della forma che configura l’esperienza, la mette quasi in trama e la rende più leggibile di quanto non fosse, per così dire, dal vivo… È sotto questa costellazione che si colloca il libro di Stefano Carrai”.

Niccolò Scaffai

da “La traversata del Gobi”, di Stefano Carrai, (Nino Aragno Editore, Torino 2017)

Intermittenza

Per un fiasco che ho visto
sgraziato
            ​non abbastanza panciuto
vestito di brutta paglia sintetica
mi sono ritrovato
nel nostro magazzino

fatti i compiti attaccavo etichette
e mettevo sui colli
sigilli di stagnole colorate…

Ma il tempo sleale

           babbo
ti aveva surclassato
con la novità del supermercato

dall’emarginazione ci salvò
l’unico membro tuo che non sia
seppellito con te

la tua gamba amputata
buttata ancora calda
dai guardiani di Schweinfurt
tra i rifiuti

             ​per legge

ti assicurò l’impiego
mi garantì gli studi.

*

Sul greto

Era un giorno d’agosto
che per il temporale e per i baci
non siamo neanche scesi dalla macchina

e ora è come un vuoto
a perdere riempito
di spiccioli e conchiglie
che sta sullo scaffale

potessi riciclarlo
farne un oggetto d’arte
povera

​               trasformarlo in portapenne
piccolo paralume…

*

Impressioni di settembre

Regalare i giocattoli all’asilo
abbandonare le prove dei miei
pomeriggi di turno
con voi piccoline non era solo
un fare spazio

            ​razionalizzare
era un vero commiato
dai giorni tutti nostri
di cartoni
             ​recinti di animali
cene al tavolo delle vostre bambole.

Spesso continuare
a vivere dopo la giovinezza
accresce l’esperienza non la gioia
ma io mi sarei perso
quella felicità
a tratti travestita
da noia

               ​di seguirvi nel mulino
a vento della vostra fantasia.

*

Nel parco

Villa Borghese una mattina alle undici
la bimba legata nel passeggino
scalcia verso la baby
sitter indifferente

fa jogging una coppia
di americani con gli auricolari
scansa due donne obese che camminano
a fatica sul viale

un gruppo di turisti
fa crocchio per studiare la cartina
la signora dall’accento francese
racconta che sono di Antibes
un’altra sul prato sguinzaglia i cani

io sulla panchina
che proietto me stesso in un fantasma
chiuso negli occhi di pochi superstiti
che frugo fra i trofei alla ricerca
di un gesto di virtù

come sarebbe stato
salvare una puttana
dalla sua schiavitù.

———-

Stefano Carrai ha insegnato all’Università di Siena e oggi insegna Letteratura italiana alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Ha scritto su vari autori, da Dante ai moderni. Il suo ultimo lavoro saggistico è Saba (2017). Col suo primo libro di versi (Il tempo che non muore, postfazione di L. Surdich, 2012) ha vinto il Premio Pisa per la Poesia nel 2013 e il Premio Contini Bonacossi nel 2014. La traversata del Gobi è il suo secondo libro di poesie, vincitore del premio Viareggio-Rèpaci 2017. 

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