Eliza Macadan, da “Pioggia lontano”


Pioggia lontano sento sulla pelle
trema l’aria
nelle mie ossa
narici stranite
gonfiano ancora
respiri nemmeno per sempre.

*

Il mattino mi crolla
addosso
tendo la mano per aprire gli alberi
dall’armadio tiro fuori
un panno arrivato per mare
per un mantello pesante che copra il mio corpo
di terra
fino a terra c’è un cammino troppo breve
fino al cielo un freddo universale
ci riscaldiamo nei caffè
con tè portato per mare da navi a vela
gonfiate dal vento
con equipaggi contaminati di morte
oltre i secoli una sposa getta verso di me
il suo bouquet
e io crollo nelle tue braccia.

*

Anziani cascano sul ghiaccio
con il peso della terra di cui sono fatti
rimangno senza braccia e gambe
o figli vicino
senza il gusto di scivolare
nella vita
come noi
guardano male l’inverno
mentre contano
ogni battito di campana
sulla via verso la chiesa.

*

Oggi non siamo arrivati
uno all’altro
abbiamo mandato solo parole
al bersaglio
per crivellarci di colpi
io sono rimasta indietro
e dal bagaglio a mano
cadeva la mia biancheria intima
non ricordo più il tuo nome per chiamarti
tutti i sentieri intasano questo lunedì
quanto non ci amiamo più
Dio guarda altrove.

 

Eliza Macadan nata nel 1967, ha esordito in volume nel 1994. Scrive e pubblica in italiano, romeno e francese. Le sue raccolte poetiche in lingua italiana sono: “Frammenti di spazio austero”, Il libro italiano, 2001, “Paradiso riassunto”, Ed. Joker, 2012, “Il cane borghese”, La Vita felice, 2013, “Anestesia delle nevi”, La Vita felice, 2015 e “Passi passati”, Ed Joker, 2016. La sua poesia è stata ben accolta dalla critica e ha ricevuto vari riconoscimenti.

 

 

 

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