Aleš Šteger, “Arriva un ragazzo”

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Aleš Šteger (1973) è è un poeta, saggista e romanziere di lingua slovena. E’ nato a Ptuj e vive a Lubiana. Aleš appartiene alla generazione di scrittori che hanno iniziato a pubblicare subito dopo la caduta della Jugoslavia. Ha pubblicato prevalentemente raccolte di versi, tra le quali  ricordiamo l’ultima uscita in lingua italiana: “Arriva un ragazzo” (2015) dalla quale sono tratti i versi che qui vi proponiamo. Sempre in Italia nel 2009 è uscito il suo saggio intitolato “Berlino”.

 

Z ZAPRTIMI OČMI

Ko zapreš oči, vidiš pesem.
Izpraznjena je trdnosti vseh reči, ki si jih na skrivaj želiš.
Spominja te na sveže belo prepleskano sobo,
Ki ji je poletje pozabilo zapreti okna in vrata.
A tudi to je zgolj nezadostna aluzija na podobe fizičnega sveta.
Vhodi in izhodi iz te pesmi ne obstajajo.
Ta pesem je snovna in v plinastem stanju.
Osebe, ki lebdijo v njej, metafore,
Ki visijo po njenih stenah, lahko
Galaktični prepih takoj razprši in premeša v kaj drugega.
Dva gola oblaka, ki bi se pravkar pričela ljubiti,
Razsesajo in spihajo zvezde v oblak
Zaklanega vepra, obkroženega s sivim oblakom
Cigaretnega dima očeta, ki vse opazuje
Skrit v temnem kotu pesmi. Najverjetneje je on
Resnični pisec vsake pesmi. V mraku ga
Ne vidiš, vse dokler ne pride sam
Neslišno od zadaj, ti z dlanmi pokrije igrivo oči
In vpraša:Kdo sem? Me boš ubil? S moj?

A OCCHI CHIUSI

Quando chiudi gli occhi, vedi un poema.
Svuotato dell’intensità di tutte le cose che desideri in segreto.
Ti evoca una stanza imbiancata di recente a cui
L’estate si è scordata di chiudere la porta e le finestre.
Ma anche questo non è che una insufficiente allusione alle
[immagini del mondo fisico.
Non esistono entrate e uscite da questo poema.
Questo poema è sostanziale e aeriforme.
Le persone che vi lievitano, le metafore
Appese alle sue pareti possono venire subito disperse
Da un giro d’aria galattico e amalgamate in qualcosa d’altro.
Due nuvole spoglie in procinto di fare l’amore
Vengono risucchiate dalle stelle e soffiate nella nube
Di un cinghiale sgozzato, circondato da grigie spire
Di fumo di tabacco di mio padre che osserva tutto,
Nascosto in un angolo oscuro del poema. È molto
Probabile che sia lui il vero autore di ogni canto.
Non lo scorgi nel buio finché non si fa avanti da solo,
In silenzio, con le mani ti copre divertito gli occhi
E chiede: Chi sono? Mi ucciderai? Sei mio?

 

KRUH

Vsakič te zapelje v skušnjavo postati gospod,
Ki se hrani z drobtinicami pod služabnikovo mizo.

Vabi te, da mu narediš zlo, ga zabodeš,
Razrežeš na kose, použiješ njegovo še toplo telo.

Brez sramu se ti prikaže gol kot ob stvarjenju.
Perverzneš je. Provocira te z vzdržnostjo.

A ti se mu daješ in daš. In vsako jutro
In vsak večer ponavljaš mokasto igro.

Ustvaril te je kot sežigalnico svoje krivde.
Ko te nasiti, spregovoriš in si takoj še bolj lačen.

Da, da, ljubi te, zato tudi sedaj sprejema vase tvoj nož.
Ve, da se vse njegove rane zdrobijo v tvojih rokah.

 

 

IL PANE

Ogni volta ti induce in tentazione di diventare un signore
Che si nutre con le briciole sotto la tavola del servitore.

Ti invita a fargli male, di accoltellarlo, di tagliarlo
In pezzi, di consumare ancora caldo il suo corpo.

Senza pudore ti si mostra nudo come alla creazione.
È un perverso. Ti provoca con la sua sobrietà.

Ma tu gli dai e ti concedi a lui incessantemente. E
Ogni mattina e ogni sera ripeti il farinoso gioco.

Ti ha creato come l’inceneritore della sua colpa. Quando ti
Sazia, alzi subito la voce affermando di avere ancora più fame.

Sì, sì, ti ama, per questo anche adesso accoglie in sé il tuo coltello.
Sa che tutte le sue ferite si riducono in briciole tra le tue mani.

Traduzione dallo sloveno di Jolka Milič

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