Eliza Macadan, “Anestesia delle nevi”

 

anestesia-delle-nevi-251395Non sappiamo da questo libro Anestesia delle nevi come era la vita in Europa quando inesplosa. Sappiamo che l’autrice europea e poliglotta ha adottato la terapia del freddo ed alzato le difese. Questo non si è risolto in debolezza, ma ha acuito sensibilità, reattività, riflessione e senso etico.
All’instabilità atmosferica, il libro aggiunge anche quella storica e morale, nonché una relativa calma emotiva, un tempo interiore con qualche eco di burrasca, ciò nonostante alcune dichiarazioni che echeggiano la finis Austriae, o una calma e decettiva apocalisse.
È questa della Macadan una poesia di energheia, di intonazioni e di virate del respiro. L’io poetico sa dire io con tutte le oscillazioni e le rifrazioni del caso.
Enunciazione, eloquio, immagini, cose, obbediscono a una interiore misura ritmica, a un fluire magmatico “fiume interiore” che li trascina verso la cadenza finale. Ogni sequenza è plurima e stipata di oggetti, aperti su più lati e prospettive. È una poesia di moto, un “andante con moto” inesorabile come il fluire dei tempi in un gorgo.


Il tempo della Macadan diviene così epocale e geologico, un’eco del rumore del tempo mandel’štamiano, o degli orizzonti mioritici di Lucian Blaga, o alle radici della grande tradizione eraclidea con il suo polemos.

dalla prefazione di Amedeo Anelli

 

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ESTRATTI

 da “Anestesia delle nevi”, di Eliza Macadan, La vita Felice, 2015 (euro 12,00)

 

Trésor

difende la tua isola

tu stai morendo

lentamente

parigino

in una letteratura

che non ti vuole

sputi la semitica

fuori

dal campo di sterminio

porti il cancro

che prende con sé i tuoi capelli

e lascia i tuoi amanti giovani

cedi i diritti

in una lingua che

hai dimenticato

senza averla mai conosciuta

stai morendo in diretta

alla televisione tedesca

rimani come un paese

che non compare sulle carte

 

***

padre

che stai

nel centro                                                              

del mio giardino

segreto

e abbatti gli alberi

con pietre

che volti il solco

sui cavalli

e uccidi

tutti i cani da guardia

che marci sulle uva

sulle prugne

la stagione che sta per cominciare

non tramonterà più

verranno a cavallo

secoli futuri

e sotto  gli zoccoli

del tempo

trapasseremo

con amici e nemici –

non ti spaventare

.

 

mezzogiorno

sulle vette di una collina

sulle torri delle chiese

sui tetti con satelliti

puntati verso

la città in siesta

il pappagallo

getta le sue piume

dal balcone

io salgo su un treno

verso casa

la Terra vivrà altri cent’anni

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Eliza Macadan
è nata nel 1967 in Romania. Ha pubblicato: Spazio austero, Ed. Plumb, 1994, Bacau (Romania); Frammenti di spazio austero, 2001, Ed. Libroitaliano, Ragusa;
In autoscopio, 2009, Ed. Vinea, Bucarest (Romania); A nord della parola, 2010, Ed. Tracus Arte, Bucarest (Romania); Trascrizioni dal cosciente, 2011, Ed. Eikon, Cluj Napoca (Romania); Paradiso riassunto, 2012, Ed. Joker, Novi Ligure; Stagione sospesa, 2013, Ed. Eikon, Cluj Napoca (Romania); Il cane borghese, 2013, La Vita Felice, Milano; Tanagre. Domare i ricordi, 2014, Ed. Eikon, Cluj Napoca (Romania).
 

 

 

 

 

 

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