Tre poesie per Elena Salibra

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Elena Salibra, nata a Siracusa, è scomparsa a Pisa il 4 dicembre 2014.
Ha insegnato Letteratura italiana contemporanea all’Università di Pisa. Studiosa della tradizione poetica italiana tra Otto e Novecento,  cui ha dedicato saggi ed edizioni,  è autrice delle raccoltedi poesie:  Vers.es (2004, nella Cinquina del Premio Viareggio), Sulla via di Genoard (2007, finalista al Mondello), Il martirio di Ortigia (2010, finalista al Viareggio) e La svista (2011, Premio Contini-Bonacossi 2011). Molti suoi testi sono stati tradotti e pubblicati in tedesco, danese, francese, serbo, romeno, inglese, olandese e sono apparsi in antologie di poesia italiana e straniera contemporanea. La sua ultima raccolta di poesie “Nordiche”, nel 2014 ha vinto il Premio Pisa per la poesia.

 

 

Per Elena

Oltre il vento
che a Tindari soffia
su antiche strisce
sabbiose e per te
una fonte lontana
lambisce
la mia esile voce
canta un saluto perenne
come la gialla ginestra
dell’isola ridente
che ci appartiene,
vivo
come la buganvillea
che inerpica su muri e cancelli
che più non fermano il tuo passo.
Non sono ancora pronto
a questo tuo improvviso
varco
a questo triste vento
del tuo sorriso
parco.
Stilla il gelsomino d’Arabia
il profumo del mio pianto.

Giacomo De Nuccio                Pisa, 4 dicembre 2014

(per sempre, suo allievo prediletto)

*

CI SEI

 

Ho visto il paradiso e con gli occhi di un bambino
che dorme ho riso. Si è aperta nel viso
la luna rovesciata, si è disteso il sole nella
valle e la montagna era alta.

 
So che Dio è dentro me
so che sono dentro Dio.

 

Non ho più paura ora e sento solo
la stanchezza dolce e il lieto desiderio di posare
sull’erba il capo e riposare. Vedevo la luce
e la montagna era alta
quando il respirò cessò.

Mara Boccaccio                      Joannesburg, 4 dicembre 2014

*

 

IL GIRO

 

lisbona era fredda per voi
e la nostalgia si scaricava dalle
strade e dai palazzi intorno a voi
ma eravate lì per vedere me che
cambiavo e che vi portavo in giro per
le mie ormai strade a memoria conosciute.

 

il giro è breve e non è consentito
uscire fino al mare – i fossi tra i rioni
vi devono bastare – e il giro è breve si
raccomanda lei al telefono.

 

tu ti commuovi di nascosto e
a sedere nel solito punto non
vuoi togliere gli occhiali da sole
vedi ancora dove vi conduco

 

e stavolta forse il giro
è stato troppo breve.

Marco Manca               Livorno, 2014

 

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