Paola de Benedictis, “Le Mappe di Walcott”

Letture
a cura di Luigia Sorrentino

A volte è più facile negare qualcosa per rendere l’essenza di qualcos’altro.
Dare ciò che non si ha. Accettare la perdita, l’abbandono, la fine e nonostante questo, o forse proprio a causa di questo, sentire con maggior forza la verità del proprio sentimento amoroso.
E la sua estrema solitudine.
La consapevolezza che ciò che ti nutre, un giorno ti affamerà.
Che la stretta salvifica tira fuori dai guai per piegarti meglio alla volontà dell’amato.
Eppure si va avanti.
E attraverso la costanza delle proprie contraddizioni si costruisce un sentiero. Un percorso che segna la carne con la disperazione amorosa. Sempre meno disperata, sempre più amorosa.
Perché la meta del guadagno di sé passa necessariamente attraverso la cruna della perdita di un “noi”. Ovvero il luogo e il tempo in cui si smette di a stare al fianco di qualcuno che manca.

Da Le Mappe di Walcott
.
Un colpo in un istante

.
Lei lo guardò
e vide Dio.
Lui la guardò
e vide se stesso.
.
La (ultima) casa dei doganieri

.
Ricordi
quell’abitudine di usare
le dita per mangiare
nel piatto in cui piangevo
gli orrori?
Gli errori
dicevi
e carezzavi
la mia pelle di sale.
Ti chiedevo
certe cose speciali
ricordi?
E le lucciole di via Malcangi.
Come i bambini
le ho chiuse in un vetro
sperando di averne
luce per sempre.
.
Autoinganno

.
Meno controllata di te
romperò
il silenzio
dei nostri giardini isolati per tornare
al tuo primo tocco privato.
Dove cresce il desiderio
trattenuto
ma implacabile
come foresta
di acerbi tropici segreti.
.
Prime luci del mattino

.
Ora che è giorno e resto immobile
con questo mattino assoluto
che condivide il mio letto
potrà mai la nostra comune notte
dissetare ancora una volta
la mia sete segreta?
O forse s’è già concluso
quel nostro venirsi addosso
di fiumi di là dal monte.
.
Le mie cose in ascensore

.
Ho messo le mie cose in ascensore
non manca nulla ho preso proprio tutto
la pila di promesse cancellate
le occhiaie delle giustificazioni.
Mi porto via le accuse e tutte le preghiere
le foto alla coerenza gli orgasmi tra le scale
non lascio proprio nulla mi caccio l’ombra in borsa
il burro già scaduto la scatola di durex.
Ho messo le mie cose in ascensore
non manca nulla ho preso proprio tutto
poi guardo bene in camera da letto
la forma ancora calda sul cuscino.
.

Sotto l’albero
.
Non c’è il sapore dei canditi
neppure la processione prima di mezzanotte.
Nessun pacco regalo o tombola d’arance.
Perfino la tua neve ha smesso di cadere
e quella del discount
s’asciuga troppo in fretta.
Non restano i bambini i nonni sono in foto
c’è solo il mio presepe che sai disfare bene
l’ho fatto in cartapesta perché mi rassomigli.

.
Poiché il mio amore è più forte della sopportazione
.
Devo umiliare questo inverno
occuparmi di altre stagioni
rimuovere la crosta dei ricordi
lasciare carta bianca al mio rancore.
Ero più bella del dovuto
e il poco che rimane
non merita il mio sguardo.

.
Guardalaluna
.
Ritorni nella stanza della mia ferita
e ci trovi i tuoi
occhi non me.
Io sono crudele
tu sei crudele
la differenza resta enorme.

.
Il mio amore è una patologia
.
Ho sezionato il mio corpo
vena per vena
tendine per tendine.
Ispezionato lo spasmo
di ogni singolo nervo cercando
un rifugio immacolato.
Una prigione sottopelle dove
nascondermi dai cani sfasciati
del mio desiderio.
Ma i latrati e i lamenti non smettono
di ferirmi le caviglie e invecchiano
come bambini che non cresceranno mai.

Paola de Benedictis, tranese 35enne giornalista, blogger, performer e poetessa. Dopo la laurea in comunicazione, gli studi di filosofia e il master in scrittura cinematografica, comincia a collaborare con il Sindacato dei giornalisti cinematografici a Roma, la Rivista del Cinematografo e Filmmaker’s magazine. Nel 2005 entra in RAI a Report e si innamora del Medio Oriente. Studia la lingua araba, partecipa ad un corso di giornalismo per inviati di guerra della fondazione Cutuli e va a vedere con i suoi occhi il Libano e Israele. Ha pubblicato per Lietocolle, Perrone, Vitale e Pesa Nervi. Attualmente lavora all’informazione di Radio1RAI e scrive per FocusMediterranèè di Independent News.
Dice di sé che sottovaluta da sempre le conseguenze dell’amore.

1 pensiero su “Paola de Benedictis, “Le Mappe di Walcott”

  1. Sono sincere le sue poesie…
    Ma non si puo’giocare con l’amore… Ci sono tanti altri giochi che sono meno severi e piu’ comprensibili. Il sentirsi pari in amore aiuta a realizzarlo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *