Al Castello visconteo di Pavia, Pierre-Auguste Renoir

Dai ritratti ai paesaggi alle nature morte, i capolavori di Pierre-Auguste Renoir sono in mostra dal 15 settembre alle Scuderie del Castello Visconteo di Pavia.

Esposte 60 opere provenienti dai maggiori musei internazionali che raccontano ll’incrollabile ricerca della bellezza da parte del grande pittore francese, passato da scuole e stili, dal decennio impressionista fino al periodo della linearità, per approdare, al termine della sua fortunata carriera,  alla fusione totale di forma e colore.

Curata da Philippe Cros, ‘Renoir. La vie en peinture’ presenta dipinti, disegni, pastelli in un’accurata selezione capace di ricostruire il percorso creativo del maestro, che è stato, con Picasso, il più prolifico artista moderno. Nella sua lunga vita, pur essendo caratterizzata negli ultimi decenni dalla malattia, Renoir fu autore di oltre cinquemila opere, cioè l’equivalente dell’intera produzione di Manet, Cezanne e Degas messi insieme. In lui, sottolinea Cros, “non ci fu mai la benché minima adesione a un unico stile o una sola corrente, quanto piuttosto una dedizione assoluta all’espressione della bellezza e della gioia di vivere”. Ed è questo il filo rosso che sottende la rassegna del Castello Visconteo, in cui sono affiancati capolavori realizzati da Renoir nelle varie fasi della sua eccezionale carriera, circa 60 anni dedicati alla pittura, al cui centro è sempre rimasta la figura umana, non solo nei ritratti, ma anche nei meravigliosi paesaggi.

Persino in pieno impressionismo, Renoir, al contrario dei suoi colleghi, non riuscì mai a relegare i personaggi a un ruolo marginale, rivendicando all’aspetto umano l’elemento principale dell’opera.

Renoir celebrò sempre la bellezza femminile, quasi ponendosi come ideale continuatore del Rococò e della tradizione francese dell’Età dei Lumi. Ecco quindi ritratti come ‘Jeune femme au chapeau noir’, (nella foto) in cui il volto della giovane, simile a una bambola di porcellana, trasmette invece una profonda umanità per la rilassatezza dell’atteggiamento e la profondità dello sguardo.

Mentre realizzava i suoi ritratti, il maestro francese cercava di instaurare un rapporto di complicità con le modelle per catturare la loro natura piu’ intima. E’ il caso di ‘Madame Henriot en costume’, ma anche dello straordinario ‘Portrait de Claude Monet’, omaggio al celebre collega e amico.

Tutta l’intensità della vita emerge poi dai suggestivi paesaggi, alcuni tipicamente impressionisti, come ‘La cueillette des fleurs’, o ‘Les Collettes’, quest’ultimo dedicato alla campagna intorno alla bellissima tenuta di Cagne-sur-Mer, che il pittore acquistò nel 1907. La separazione sistematica dei toni di colore è tipica dell’ultimo periodo artistico di Renoir, dopo l’abbandono della tecnica cromatica impressionista.

La mostra presenta infine una serie di nature morte, come ‘Nature morte avec pommes et figues’ e ‘Roses’, (nella foto), dipinto da Renoir in occasione della morte della moglie (“un mazzo di rose per dimenticare il dolore”). Grazie alla sperimentazione di forme e colori, gli oggetti sembrano quasi animati, dotati di una vita propria.

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