Due poesie di Adriano Mainolfi

Primavera
Un Mattino chiuse le finestre
ascoltai quel fiore
che si contorceva nel dolore.

Sorrisi !

Il vento non raggiungeva i petali
ponendo fine al suo strazio
ma giungeva sin al mio orecchio
affinché io
godessi di tale supplizio d’assolo.

(Foto di Luigia Sorrentino, San Pietroburgo)

Solitudine

Non siamo noi a rimanere soli
non noi

I morti sono soli
senza più
carezzine
o lacrime da versare
o vino da bere
o
infiniti o

Non siamo noi a rimanere soli
non noi
ricordi
fantasmi
rimorsi
sempre accanto
col fiato sul collo
nel collo
dentro cuore
anima spaccata

Non siamo noi a rimanere soli
non noi

la solitudine
la vera solitudine
è dei morti

di Adriano Mainolfi

4 pensieri su “Due poesie di Adriano Mainolfi

  1. Sentire, riuscire a sentire quelle voci che i più non riescono, o non vogliono?, cogliere,forse è questa la funzione del poeta, forse è questo a cui la natura l’ha deputato. Non so! Certo vorrei che fosse così, significherebbe che nella creazione dell’uomo si è pensato anche a dare voce a chi non riesce a vendersi all’ovvio, al scontato. Vorrei! La poesia di Adriano Mainolfi da voce a quella vita a cui noi non riusciamo a credere viva.


  2. Il vento non raggiungeva i petali
    ponendo fine al suo strazio
    ma giungeva sin al mio orecchio
    affinché io
    godessi di tale supplizio d’assolo.

  3. é stato interessante leggere i vostri commenti, volevo chiedere ad entrambi se avete degli indirizzi email per mandarvi la mia raccolta di poesie completa tramite pdf, mi piacerebbe questo confronto con voi.

    un saluto

    adriano mainolfi

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