Opere Inedite, Giovanni Nacca

Opere Inedite
a cura di Luigia Sorrentino

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«… a Giovanni Nacca … non è dato sostare, fermarsi a compiacersi o rimpiangere, vi è sempre l’anelito di una ricerca sofferta ma grandiosa di barlumi di una umanità avvolta dal mistero dell’essere».
di Giuseppe Rotoli

Anche quest’ira andrebbe narrata
non solo quella del pelide Achille.
Giovani, partimmo in tanti
scudati di verde Olivieri Ravelli
a rincorrere sirene industriali.
E poi, al nostro fianco scorreva il Volturno
non un rigagnolo come lo Scamandro.

*****

Anch’io ho avuto giorni
nel tempo, riverberi d’oleandri
le madie e la pazienza degli anziani
l’anguria a mezzanotte d’estate
allo Spartimento per Capua
il vino e le muffe delle cantine,
persino un vero campo di grano.
Poi la ressa sulle corriere
l’istituto tecnico industriale
parvenze rivoluzionarie.
Teorie esperimenti principi:
Kirchhoff Barbagelata Righi
nomi altisonanti, distanti.
Ci governava la legge di Ohm.

*****

Di grigio lo stabilimento dismesso
resta nel pianto delle ringhiere orfane
di tute passanti, intermittenti
nel rincorrere dei turni
notturni. Un senso di annunciata resa
illuminava il resto circostante:
capannoni, incerti neon,
un’aria elettrica, opalescente.
Fumo e sputi segnavano un’ansia
di riposo in quell’ombra
che fu ruggine, mai utopia.

*****
a Fabio Pusterla
.
Chissà se rimane qualcuno degli asterischi
con cui ami segnare pagine e sentieri.
Forse qualche filo d’erba sì,
tra le parole di una linea spezzata
che non si è più ricomposta,
sepolta come trappola lungo la via.
È lì che trovo il profumo delle tue montagne
dove il respiro muove il mondo.

Vestirsi di silenzio è il tuo modo di parlare
rianimare i fossili di San Giorgio
i volti senza nome
i volti che hanno perso pure l’eco del tempo

*****

… rimane la fatica del cercare la via
fuggire dalle luci, dalle voci
che colano come plastica
a coprire ogni spazio
a spandersi su ore e pensieri
con proclami a cristalli liquidi…

nascondere in una fossa le scintille
organizzare l’ultima trincea:
presto, i Tartari arrivano per davvero!

*****

Si sente ancora alcuni argomentare
cataloghi d’orrori, clangori di rivoluzioni
con conati di inchiostri liquefatti
parole da corredo funerario
milioni di muffe microscopiche.
Patetiche stimmate di appartenenza
a una schiera di morti per sempre…
non fu affatto generoso il nostro tempo
che corrose le radici, avvelenò i pozzi…
trascinò le sentinelle e le ultime palafitte.

di Giovanni Nacca

Giovanni Nacca (1961) vive a Pignataro Maggiore (Ce). Ha pubblicato “La linea spezzata” (LietoColle, 2006) e “Feritoie” (Il Faggio, 2010). Una sua plaquette, “L’ira del perito imbelle”, circola in modo clandestino. È incluso in diverse antologie ed è apparso sulle riviste «Poesia», «La Mosca di Milano» e «Il Monte Analogo». Le sue raccolte sono state segnalate su «Il Corriere del Mezzogiorno» e «La Repubblica» di Napoli. Maurizio Cucchi lo ha citato nello Specchio de «La Stampa». Alcune poesie sono state lette durante la trasmissione radiofonica “Zapping” di Radio Rai Uno. Altre cose, forse, non vedranno mai la luce.

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