Rossella Tempesta, Libro domestico

“La poesia è – io spero essa sia – un’incisione, un segno profondo, una fessura nella superficie coriacea del mondo umano, un taglio spiraglio sulla pelle inaridita della vita senza più scandalo che è l’oggi.”
(Rossella Tempesta)

“Questa è casa, questa cesta per gatti e bambini/questa cassa armonica per voci infantili e controcanti discordi./Lo sento, è casa”. 

da Libro domestico, di Rossella Tempesta, Editore Ghenomena, 2011 (€ 14,00).

Nella poesia qui sotto, il ritratto del poeta di Rossella Tempesta.

Il poeta

Se ne sta stretto nelle spalle
e alle sue spalle scorrono
immagini in bianco e nero
di un sé giovanissimo, promettente poeta
bello com’è bello adesso
solo un po’ più aperte le spalle, più speranze
maggior fiducia.
Oggi il poeta sta davanti a noi
venuti ad ascoltare la sua voce
la voce della sua vera poesia
che salirà – non si sa mai come –
ma in modo sorprendente salirà
dalla sua bocca sempre più chinata
al mento, la testa che sembra quasi
voler entrare a poco a poco
nel carapace di ossa e pelle.
Tornare a casa.

da Libro domestico, di Rossella Tempesta

Rossella Tempesta è nata a Napoli nel 1968. Vissuta a Terlizzi, Milano, Cattolica, Rimini, Napoli, attualmente risiede a Formia. Ha pubblicato: “Dolce domenicale a gennaio” plaquette autoprodotta con il pittore Davide Frisoni (Rimini, 1999); “Alla tua porta” con prefazione di Davide Rondoni (Walter Raffaelli Editore, Rimini, 2000); “Passaggi di Amore” con prefazione di Elio Pecora (Edizioni della Meridiana, Firenze, 2007); “L’Impaziente” prefato da Chiara De Luca (Boopen Led, Pozzuoli, 2009).

10 pensieri su “Rossella Tempesta, Libro domestico

  1. La poesia è un’ospite imprevedibile: arriva all’improvviso, ci prende per mano e ci porta con sè, senza tanti complimenti, incurante dei nostri affanni, e delle mille cose in sospeso, che dobbiamo fare, o che avremmo dovuto avere già fatto. Il suo arrivo è tanto imprevisto quanto raro, non è cosa di tutti i giorni, e non si può sperare nemmeno in una cadenza precisa, come le ricorrenze gioiose della nostra infanzia. Ma come queste ha il profumo della festa, il fascino irrinunciabile del mistero e della eccezionalità. Il lettore ritorna (o forse, finalmente diventa) bambino con gli occhi sgranati a osservare mondi nuovi, o meglio mondi noti, ma tinti di nuovi colori. Questo è quello che accade quando leggiamo i versi di Rossella, o comunque quello che accade a me, che pur non scrivendo poesie, ne ho bisogno, come di una medicina salva-vita. E Rossella è un buon medico.

  2. leggo in ritardo questa bella presentazione;

    certo la poesia sfugge ostinatamente ad ogni definizione, in questo risiede la sua forza e ciò è anche connesso al suo potere di catturare allo stesso tempo l’emotività e l’intelligenza del lettore; ma questa definizione di Rossella riesce ad approssimare molto bene ciò che sentiamo come spinta profonda quando scriviamo o ci aspettiamo di trovare quando leggiamo poesia, quindi complimenti a Rossella (anche per la poesia) ! e complimenti a Luigia per il suo costante e appassionato lavoro di produzione di questo blog, uno dei più attenti a tenere d’occhio anche poeti stranieri

  3. Per me poesia è una vertigine improvvisa/ un colore che cambia di tono/ uno spazio che si crea tra te e il mondo/ un silenzio che apre e che accoglie/ le cose già viste in altra luce.// Per me poesia è scivolare nel nulla/ nelle rughe del tempo/ nella sua essenza che resta muta/ e lascia noi passare con un po’ di storie.// Per me poesia è una crepa viva/ che riga il grigiore quotidiano/ il coro dei farisei/ la baldanza dei morti/ che stolti ridono anche da vivi. giovanni nacca…. un saluto

  4. La poesia è l’amante che attendi con ansia, che il più delle volte ti dà buca. Ma il poeta-innamorato non si arrende, non rinuncia, anzi in lui cresce l’attesa, la smania, la libido. Poiché il poeta -o chi tale ardentemente aspira,ha bisogno di essere – non smette di cercala, di ascoltarne la voce, le vibrazioni che emana. Il gioco o sfida si fa crudele…per chi,…ritenendosi non all’altezza, tuttavia non vuole, “non può” rinunciare alla speranza ch’ella gli si doni…E tuttavia, una tale aspirazione non è sterile, poiché (se) porta l’innamorato-aspirante-poeta a frequentare la poesia, con la volontà di coglierne i segreti e di affinare la sua sensibilità: “Non è il risultato che si raggiunge, grande o piccolo che sia, ma quanto si apprende lungo il viaggio -quanto più lungo e difficile -per raggiungere la meta. Kavafis:Itaca.

  5. Da sempre le definizioni di poesia si sono sprecate. Si potrebbero raccogliere in un volume. Ciò perché ogni definizione risulta parziale. Naturalmente, mi riferisco alle definizioni in prosa da parte dei critici. Le definizioni dei poeti, in versi, sono sempre le benvenute poiché, nei casi migliori, ed è il caso di Rossella Tempesta, offrono l’occasione per scrivere delle belle poesie. Alcuni anni fa Crocetti ha dedicato un numero di Poesia ai poeti che hanno scritto versi sulla poesia. La domanda è: è utile tentare di definire la poesia? Rossella: “…la voce della sua vera poesia/che salirà –non si sa mai come- / ma in modo sorprendente salirà/ dalla sua bocca…” L’autore, centra il mistero della nascita della poesia con immagine molto leggibile e leggera, esprime la sorpresa e tutto lo stupore nell’ assistere in diretta al miracolo della nascita della poesia… Sorprende la leggerezza della poesia di Rossella, la trasparenza ( in realtà, credo sia la cifra linguistica di tutta la sua poesia), a fronte della profondità di quanto riesce a esprimere.

  6. Gentile Signora Rossella Tempesta, ho letto con interesse le sue belle poesie pubblicate sulla rete e di alcune ne sono rimasto ammirato, soprattutto per l’evoluzione sintattica del verso, ma non le sarei poeticamente amico se non le dichiarassi in pieno la mia impressione. Anche se la sua poesia è magistralmente condotta per immagini versi e capoversi sintatticamente perfetti, ho l’impressione di trovarmi di fronte a quei passerotti che rinvenuti nei giardini non riescono, pur battendo le ali freneticamente, a volare oltre il grande cielo: sento che la sua poesia è prigioniera della sua femminilità. Mi riferisco principalmente a Capodimonte I
    quando fa riferimento alla sua vicina e ai figli, mentre, per esempio riesce a trattare la sfera personale magnificamente in AL RISVEGLIO, veramente notevole, in modo universale. Ecco, secondo me è questo il problema: lei deve decidere se essere POETA O poetessa, non che io sia un anti-femminista, per carità, ma credo che la poesia debba essere trattata in senso universale, per tutti. Le manca poco per essere grande! Se le mie parole la possono avere minimamente adombrata la prego di perdonarmi e non ne faccia alcun conto, d’altronde sono le opinioni di un povero ignarante, appassionato di poesia, che naviaga per la rete. Ancora con ammirazione Salvatore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *