Pandemia, di Lucio Fiorentino a Spoleto

Lunedi 27 giugno 2011 alle 21.30 Lucio Fiorentino presenta al Festival dei due Mondi di Spoleto il film ‘Pandemia’ (2009) Fringe, Sala Frau (Vicolo San Filippo, 16.)

Regista: Lucio Fiorentino.
Sceneggiatura: Lucio Fiorentino, Paolo Miorandi, Alessandro Scippa

Cast: Massimo Foschi, Adamo Naimoli, Alice Palazzi, Barbara Valmorin, Chiara Baffi, Daniela Passariello, Giovanni Calcagno, Hanna Schygulla, Marco Foschi, Tommaso Ragno, Salvatore Caruso, Michelangelo Dalisi, Veronica De Laurentis

Sito Internet di Pandemia

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=DXbgyj0URGU[/youtube]

Napoli, 5 maggio 2011
Intervista a Lucio Fiorentino in occasione dell’Anteprima napoletana

Fiorentino, come nasce l’idea di Pandemia?
“Mi interessava raccontare la storia di queste persone che vivevano in un mondo avvolto da un segreto tremendo e che attendevano impaurite una fine imminente. Insomma, la condizione di tutti noi, avvolti dal tremendo mistero e dalla fine (sempre imminente in un ottica di lungo termine). Per realizzare Pandemia mi sono ritirato nella terra che è diventato il luogo dove il film è stato girato. Di notte la forza assoluta della natura risvegliava paure ancestrali e di giorno scatenava l’immaginazione. In 5 giorni ho scritto l’ossatura del film. Volevo una storia in cui accadesse pochissimo. In cui tutto, il plot, i luoghi, i dialoghi, la recitazione, la luce, i suoni, fossero scarnificati e  rarefatti eppure pesantemente materici.”

Il rapporto con l’ambiente in cui è stato girato il film.
“Solo con un’incosciente cecità non possiamo vedere il baratro che ci attende ed il sangue  che scorrerà nelle prossime guerre per l’acqua e le altre risorse. Ma più dell’ambiente, confesso che mi interessano i mondi interiori, il cuore dell’uomo è il paesaggio più sconvolgente.”

La scelta di Veronica de Laurentiis
“E’ stato “amore” a prima vista. A me non interessava la sua blasonata “provenienza” ma il suo volto, il suo sguardo, le sue parole, la sua la straordinaria capacità, il suo talento non comune di trasformare tutto il dolore, tutti gli affanni di una vita tanto tribolata in una carica umana che incendia la macchina da presa di verità ed emozione pura.”

Il film, nonostante sia stato selezionato in diversi festival internazionali, non ha ancora una distribuzione in Italia. Come se lo spiega?
“Viviamo un momento straordinario e terribile per il cinema. Straordinario perchè nuove tecnologie consentono di fare film a costi sempre più bassi, liberando il mercato da storici, insormontabili muri all’ingresso. Terribile perchè le lotte di potere e gli interessi delle lobby si sono spostati sulla distribuzione che impedisce agli outsider come me (quando proprio non sono riusciti a soffocarli prima delle riprese) di accedere ad una anche minima visibilità. E’ un sistema malato che può guarire solo grazie a nuove piattaforme tecnologiche, a scelte forti di politica culturale e alla voce del pubblico che reclama un nuovo cinema, tutto questo prima che il torpore afasico che ci circonda non ci addormenti.”

Come entra Napoli in questa sua opera?
“Napoli è una madre affascinante e molto ingombrante che bisogna tradire per trovare la proprio via. Il film è stato ispirato da cinema e letteratura molto poco napoletani. Penso a Tarkovskij, a Satantango di Bela Tarr, alla “Trilogia della frontiera” di Cormac McCarthy (e non a “La strada”, come potrebbe invece sembrare, perchè è uscito dopo la stesura della mia sceneggiatura). Di napoletano ci sono i luoghi in cui abbiamo girato, tutti a un’ora e mezza da Napoli ed una parte del cast, amici stimati e attori magnifici come Chiara Baffi, Michelangelo Dalisi, Salvatore Caruso.”

Cosa il pubblico potrebbe aspettarsi dalla proiezione di questo film?
“Premetto che non è un film facile. Ha atmosfere dilatate e sospese, pochi dialoghi e poca musica. Ma ha un flusso quasi ipnotico in cui immergersi e da cui uscire, io spero, con un esperienza cinematografica diversa dal solito. Senza fare proclami altisonanti (che poi spesso le opere contraddicono), ho cercato visioni diverse da quelle narcotizzanti, nonostante azione e urla, della nostra televisione e del cinema che su quel modello si appiattisce. Ho cercato. Se ci sono riuscito lo dirà il pubblico in queste proiezioni che in totale autonomia sto organizzando. La prima al Modernissimo grazie alla sensibilità di Luciano Stella. Una prossima è prevista a Roma ai primi di giugno e stiamo lavorando “per portare la Pandemia” in altre città. Andremo ovunque ci chiameranno: cinema, teatri, scuole, cantine, salotti…”

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