Massimiliano Pepe, “A te che leggi”

«C’è una frase di Pavese che mi torna spesso in mente: Fare poesia è come fare l’amore; non si saprà mai se il piacere provato è condiviso!Bè, sia quel che sia, queste pagine io le giro a te.
A te che leggi questi scritti che faticherai a capire più per colpa mia che per demerito tuo…
A te , che sei un Massimiliano futuro che cerca nuovamente se stesso o ha nostalgia di qualcosa che negli anni ha perso…
A te, che sei un buon amico o qualcuno che non conosco e mai conoscerò…
…grazie; al di sopra dello spazio e del tempo, grazie, perché ogni mia parola o pensiero, scritto e tramandato su queste pagine, è per te, “Lettore”; a te, che sei stato il motore unico verso cui questo lavoro genuino è stato portato avanti ogni giorno.
A te, che se sarai volenteroso e paziente troverai tra queste migliaia di parole tutto quello che mi è servito e aiutato e che ancora oggi, tra i continui errori di una vita, mi fa crescere: se potrà aiutarti, ben venga.

Io dal mio punto di vista, non smetterò mai di credere in tutto quello che queste pagine sono state e sono: un riparo profumato, lontano da ogni incomprensione con la vita. Un conforto per i dispiaceri. Un album per le gioie. Un’espressione della mia libertà. Il miglior modo per affacciarmi in me stesso e capire chi io sia.
Ogni parola scritta su queste pagine, sono Io.
Sognatore. Innamorato. Triste. Patetico. Ottimista. Lesionista. Curioso. Arrabbiato. Felice…Io, in ogni mia cangianza, in ogni sfumatura. Perché nessuno può essere più di quello che è, e io sono queste pagine…queste pagine che ti regalo.
Abbine cura.»

di Massimiliano Pepe

 

 

 

***

Bellezza risiede nello sguardo:
verde o azzurro,
marrone o nero
non è il colore a contare
profondo e vivo
è lo sguardo che mi attrae.
Neri Silvia.
Verdi Giulia.
Marroni Lucia.
Tutto ruota attorno a loro.
Notte calda e misteriosa…
Lagune vive e fredde…
Terra ricca e protetta…
Specchi di luce,
calde catene.
Occhi,
isole di stelle.
Impossibile dimenticarvi.

 
***

Chi sono?
Dove vado?
Perché?
Domande senza risposta
cui potrei rispondere
con il comune disinteresse.
Ma io voglio capire.
Massimiliano è il punto di partenza,
unico cardine di innumerevoli cerchi rotanti.
Seguendo quanto è già stato,
traccio ipotesi di fumo
su un difficile futuro.
Passato, mia lanterna per ciò che sarà.
Sono figlio di un uomo e una donna…
uomo anche io
nasco, soffro e muoio.
Inevitabile questo,
ho naturalmente paura.
Immagino falsi posti, vani sogni in cui finirò.
Sarò terra sparsa al vento,
sarò ovunque.
Buio, inaspettato, lontano il futuro.
Deboli sogni lo illuminano piano.

 *** 

Amici vecchi e nuovi.
Amici persi e ritrovati.
Amici! Dove siete?
Soli nella notte
vi porsi le mie braccia a conforto…
Persi nella tempesta
vi offrii un porto sicuro e tranquillo…
Assetati, vi dissetai…
Affamati,
divisi con voi il mio pane…
Ma solo vagai nel buio.
Solo vinsi la tempesta.
Solo trovai ristoro dalla fame
e fonte fresca per placarmi la sete.
Amicizia – ahimè! – mal riposta!
Fiducia rubata.
Lealtà tradita.
Amici
toglietevi le maschere
e andate via.
Perdetevi nel buio.
Soffrite nella tempesta.
Patite la fame e la sete.
Amico mio, ti cerco!
Non fuggirmi.
Se esisti…dove sei?

*** 

Sorriso ingenuo
e occhi vispi.
Capelli biondi
e orecchie a sventola;
una fantasia incontrollata.
Il bambino che ero,
il bambino che è in me.
Ingenuità perduta,
infanzia svanita.
Bimbo cresciuto…
dove sono i sogni?
I giochi con cui mi perdevo?
Realtà è il muro
su cui tutto si infrange,
su cui Solitudine
ride trionfante.
Sono cresciuto, già!
Ma cosa sono?
Realtà esasperata
o fantoccio di poesia dietro cui mi nascondo?
Sento l’eco del bimbo in me.
Canto di dolore
risponde alle sue risa spensierate…
Dov’è quel Massimiliano?
Dov’è?

 

***

Passato è il Passato.
Futuro imminente
ma ignoto, lontano.
E’ l’istante a vivere.
E’ questo ciò che amo.
Star bene con te ora.
Non sapere cos’era
e fregarsene di quello che sarà.
Giurarti amore ora,
e adesso,
e ora e ancora.
Non giudicare,
non guardarmi per ciò che pensi che sia.
Guardarmi per quel che sono.
Tu non sei le altre,
cerca di capirlo.
Ora mi manchi,
domani non conta.

*** 

Acqua e vento
il mio pianto.
Non vale la legge dell’illusione.
L’amarezza è reale, pesante,
e corrode.
Corrode quello che faticosamente
hai costruito nel tempo.
La nuova mente
va a farsi fottere.
Un salto nel passato
in cui non trovi altro
che vecchio dolore.
Dal dolore, però,
già una volta sei cresciuto.
Ora che farai?
Vorrei smettere di compatirmi
e ricominciare velocemente a volare.

*** 

Come un passerotto
buttarmi giù, a capofitto, nel vuoto.
Volare via dai problemi,
dai fiumi torbidi di lacrime.
Volar via da lei
senza rimpianti né rimorsi.
Sussurrare velocemente al vento,
silenzioso compagno di viaggio,
il racconto di lei e di altre.
Buttarsi nel vuoto,
come fa il Sole alla fine di ogni giorno.
Toccare in quei pochi istanti
tutto l’Infinito.
Un tonfo sordo
e vivrò per sempre nei ricordi degli altri.
Un tonfo sordo
per tornare ad essere nuova vita.

*** 

Alcune cose
cambiano continuamente.
Altre
perdurano immutate.
Non so perché questo accada
ma vorrei tanto smettere di pensarci.
Vorrei non mi tormentasse più il passato
né questo curioso presente.
Vorrei tornare a star bene
e muovermi felice in questo spaziotempo
trovando un fottuto punto fisso
in quest’infinità di cerchi rotanti.
Massimiliano Pepe è nato a Roma il 18 settembre 1986 dove lavora in un’azienda di trasporti pubblici. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 2009 collabora con due giornali online INIZIATIVA.INFO e STAMPACRITICA.IT. Studia Scienze per l’Investigazione e la Sicurezza presso la Facoltà di Scienze per la Formazione di Narni e gli mancano pochi esami al conseguimento della laurea. Pensieri sospesi tra prosa e poesia (edizioni Albatros) è la sua prima pubblicazione.

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