Philip Roth vince il Booker International Prize 2011

E’ lo scrittore statunitense Philip Roth, 78 anni, autore del celebre “Lamento di Portnoy”, il vincitore del Man Booker International Prize 2011, giunto alla quarta edizione e considerato il più prestigioso riconoscimento letterario di lingua inglese.

“Questo è per me un grande onore e sono felice di ricevere questo premio”, ha commentato Roth, subito dopo aver ricevuto l’annuncio della sua vittoria su altri dodici finalisti.

Il premio consiste in un assegno di 60 mila sterline ed è attribuito ad uno scrittore “per l’insieme della sua opera narrativa nel panorama mondiale”, hanno precisato gli organizzatori.

Il Man Booker International Prize, pensato come un premio alla carriera con cadenza biennale, è stato precedentemente assegnato allo scrittore albanese Ismail Kadare nel 2005, allo scrittore nigeriano Chinua Achebe nel 2007 e alla scrittrice canadese Alice Munro nel 2009.

A contendersi il Man Booker Prize, insieme a Roth, c’erano altri autori importanti come Dacia Maraini, David Malouf, Philip Pullman, Anne Tyler, Marilynne Robinson e per la prima volta due cinesi, Wang Anyi e Su Ton.

Nella rosa c’era anche il maestro delle spy-stories John Le Carrè, che però ha chiesto di essere escluso dalla gara.

Il vincitore Roth è stato annunciato oggi a Sydney in occasione del Festival degli scrittori australiani. La cerimonia di consegna del Man Booker International Prize si terrà a Londra il 28 giugno.

Philip Roth ha espresso “gratitudine” alla giuria che lo ha eletto vincitore e poi ha aggiunto: “Uno dei piaceri particolari che ho avuto come scrittore è quello di veder letto il mio lavoro a livello internazionale nonostante tutte le angosce di traduzione che ciò comporta”.

Roth ha detto ancora: “Spero che il premio mi consenta di farmi conoscere ai lettori che finora non hanno avuto familiarità con il mio lavoro. Questo è un grande onore e sono felice di riceverlo”.

Philip Roth è autore di grande fama grazie a romanzi come “Ho sposato un comunista”, “Zuckerman” e “Pastorale americana”, che gli ha fatto conquistare il Premio Pulitzer nel 1997.

Si affermò nel 1969 con “Lamento di Portnoy”, che lo portò all’attenzione internazionale per la sua divertita rappresentazione della sessualità grazie ad un nevrotico erotomane.

La rivista “Time” ha inserito i suoi romanzi nella lista delle migliori opere letterarie del XX secolo.

La giuria del Booker Prize, presieduta dallo scrittore Rick Gekoski, ha cosi’ motivato il riconoscimento: “Per oltre 50 anni i libri di Philip Roth hanno stimolato, provocato e divertito un enorme, e ancora in espansione, pubblico di lettori. La sua immaginazione non ha consentito solo di riformulare l’idea di identità ebraica ma ha rianimato la narrativa in generale e non solo la narrativa americana”.

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