Opere Inedite, Alessia Scacchi

Alessia Scacchi definisce la poesia “l’unica strada per la conoscenza del reale, in simbiosi con l’immaginario.”

“Quella leggera tempesta d’inverno che agiva costante, all’intersezione tra la persiana di una casa romana di pochi metri e un cielo colorato da cento e più luci di un giallo elettrico, s’impresse al mio sguardo come può il verde brillante di un prato che in primavera si agghinda di fiori, i bianchi narcisi; bassi, nel folto di un’erba incorrotta, essi si affacciano al sole, prudenti.
Io ero, in quel candido aprile, nel mezzo delle gramigne e mi soffermavo, assorta, al lento frusciare dei faggi di una lontana isola di medioevo che ancora racchiude e protegge un’infanzia felice e sfacciatamente contadina.
Questi ricordi mi portano al primo pensiero poetico quando, piccina – seppure di forte corporatura, guardavo e parlavo ad un olmo, un fulgido e umbratile olmo dalle fruscianti foglie; all’ondeggiar del vento parevano pormi i saluti di una natura, quella della Talenti degli anni Ottanta, sopravvissuta all’onta della cementificazione. È come se il ritmo di quelle leggiadre fronde mi avesse sospeso nel tempo e avesse abituato il mio corpo ad osservare i particolari inattesi, le controversie di un reale inspiegabile se non negli schemi di una schiacciante normalità.
Io ero a-normale: avevo una splendida madre trentenne, che sola cresceva una bimba sognante; avevo un padre che assomigliava ad un babbo natale con accento napoletano; convivevo con una zia – seconda mamma – che studiava e piangeva alle difficoltà di un’università occupata; abitavo una casa che assomigliava alle dimore dei Lillipuziani, in una Roma borghese che ostentava un incerto potere economico; ma, oltre questo, avevo uno sguardo attento e intollerante alla presunta normalità…”
di Alessia Scacchi 

La melodia del poeta
Ho scordato
L’allegro violino
Del canto:
poeta
di versi
artefatti
che scorrono
agli occhi distratti
dei multipli oggi
[1984]
Ho scordato
il violino, ma l’arco
che acuto
si torce
tra unghie,
ricorda
la mia melodia
e affossa
il pensiero di niente.

 

 

Il soffio leggero
Mio padre
È una foto
Di freddo
Nel buio
Di un fioco chiarore
È freddo
Sommerso.

Mio padre
Di foto bloccate
E lento pulsare
È la storia.

D notte,
nell’attimo prima del sogno
ti avverto
nei miei desideri
ed i miei sensi
ti toccano
come dita gelate.

E questa penna
Che indosso
Si ostina
A passare
Sui miei pentimenti
In apparente stato
D’inutilità.
 

Streghe
Contorcono l’istinto
Su lucciole di rosso
In antri semibui
Sotterranei dell’anima.

Segnali di simboli
Inconsci
Rincorrono al suono
Di niente pensanti

Dipingono allegre
Il pentagramma del mondo
A loro modo
E il loro suono è sogno.

 
La fiamma
La fiamma
Fioca
Alle mie urla
Trama con lieve
Allarme d’istante
E le mie mani
Muovono
La luce
Come parole
In rima…
Ed io sussurro
Ansante
Il mio dolore.

 
Sol_a
Sola
Mi sento
Sola
E nera
Di questo inchiostro
E non ho valore
Alcuno,
niente
non valgo
neppure
per me stessa
sono
una foglia secca
di un oceano
di rose

 
Goccia
Gocce
abbandonate dalla pioggia
argute
sulla pelle
si scoprono
sapore
e si millesiamano
e moltiplicano
e si muovono
sul corpo.
Goccia
di pioggia
inaspettata
di neve
inesplorata
si moltiplica
esponente
di se stessa
ed infinita
lascia
la sensazione.

 

Io sono
Io sono
Distratta
E ridente
Io sono
La parte
Di luna
Che al sole
Sorride

 

La nuit blanche
D’improvviso,
a cascata,
ogni luce
si trasforma
in un angolo di buio,
caldo.

E la sorprendi
Come in panne,
la tua città,
che suona divertita,
si muove
senza meta.

E il brancolare
— come a notte
medievale –
si muta in stile
di una notte
sorpresa.

 

 

La notte buia

Roma
Di carnevale
Estivo,
di suoni e luci
in mescidanza
a schiene
molli
di stanchezza.

La notte
Viva
Della gente
E del carnaio
Co-avvolgente.

Ed un respiro
Fioco
Di ossigeni
Ossidati
E vuoti
Consumati.

La notte
A Roma
È di aspro buio.

Da: “Stratosfere” Raccolta Inedita di Alessia Scacchi

Alessia Scacchi è nata nel 1977 a Roma e collabora con la cattedra di Letteratura Italiana Moderna e Contemporanea della Prof. Marina Zancan presso l’Università di Roma “Sapienza” e nella stessa università insegna Informatica Umanistica. Questa è la sua prima pubblicazione di poesie.

4 pensieri su “Opere Inedite, Alessia Scacchi

  1. Non immaginavo la tua vena poetica. Approfondiremo, quando capiterà…
    intanto un acrostico augurale per te:

    Ada…mantina
    Disponibile
    Ascolti…

    Spirito
    Creatore
    Accoglie,
    Consolando.
    Chiamata
    Hai
    Inteso!

    A presto Leonardo

  2. Queste poesie fanno pensare ad una acuta osservatrice. Leggera e sensibile. Solare anche nel buio più profondo, perché piena di vera vita. Tanti complimenti.

  3. Grazie Federica… soprattutto perché è stato molto difficile mantenersi piena di vera vita, mentre la vita scorreva impavida su autostrade cui ero, costantemente, come tangente.

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