Opere Inedite, Federica Venezia

Federica Venezia mi racconta di aver scritto la sua prima poesia all’età di otto anni. In quel periodo iniziava a studiare il violino e, di conseguenza, la musica nel suo complesso: “La durata delle note e delle pause, le figure musicali e la battuta, i segni di frazione del tempo”.
Da allora, in tutte le cose della vita, Federica ha sempre cercato ‘le sonorità giuste’, ‘il ritmo appropriato’: “nella voce da trasmettere alla radio, nella stesura di un articolo, nei piccoli versi pensati per un pentagramma ideale. Armonioso, più che fedele alle regole. Libero e onesto. Mi affascinano i tentativi di dare voce alla poesia;” scive ancora Federica, che spiega: “la poesia musicata è in grado di raggiungere vette di straordinaria bellezza.” E aggiunge: “Penso al maestro Giovanni Nuti, per esempio, e al suo meraviglioso lavoro sull’opera di Alda Merini. Viceversa, amo senza riserve – e considero scrittura in versi sciolti a tutti gli effetti – i testi delle canzoni di grandi autori quali Fabrizio De André, Paolo Conte e Piero Ciampi. Ma anche Bob Dylan, Leonard Cohen e Joni Mitchell. Musica è poesia, poesia è musica. L’una non esclude l’altra. Entrambe riescono ad esprimere l’interiorità dell’individuo con risultati talvolta sorprendenti; ed è questa, a mio avviso, una educazione sentimentale dal valore inestimabile, di cui spesso si sottovaluta l’importanza. Ho intrapreso il discorso poetico dapprima diffondendo via etere le mie liriche preferite; poi, forte della passata esperienza, breve ma significativa, sono tornata a scrivere per il bisogno di rendere manifesta l’evoluzione armonica del mio sentire. Un essere umano centrato, consapevole di sé ed osservatore fine, non può prescindere da un percorso di autentica riflessione, poiché esso è forse il solo capace di fare luce sulle proprie sterminate ombre.”

di Federica Venezia

Evaporare
Vorrei rubare quel letto
rosa confetto
che divide il cielo
per farne dimora
dei tuoi sogni più profondi,
e poi aspettare il mattino
ed evaporare
tra i colori del risveglio
che custodiscono, lievi,
i segreti del tuo sonno.

Riflessi
Ancora un minuto
e sono un raggio
di luce dolce
che giunge a te
e lì sedimenta
come calce
impastata di
vento e tempo
mai tiranni
quanto il tuo cuore
straziato da
sciocchi affanni.

Intuizione
Ti ricorderò
come la più bella
delle intuizioni,
ora che settembre
porta via con sé
il desiderio inespresso
di una gioia improvvisa,
e chissà,
da te condivisa.

Ti ricorderò
come l’attimo che
penetra lo spazio
dei miei sogni
e si fa malinconia
di un tempo cercato,
a volte rubato a
disegni celesti
troppo grandi da
contenere, e che io
osservo rapita
annusando aria
imbevuta di te.

E’ festa
Cerco stelle
nei tuoi occhi,
chicchi di gioia
pura e muta che
confinano con
il sorriso lucente
di chi nulla chiede,
poiché tutto vede.
Stelle che conoscono
i tramonti da cui
nascono, impalpabili
le vedi crescere e poi
morire, ma mai tradire.
Stelle di zucchero e
sale, che riflettono il
blu del mare in tempesta,
ed è festa per me
che ardo di sentimenti
brillare.

Mondo
Com’è teso
il mondo,
figura convessa
di inenarrabile
follia
avviluppata a
omini flessi
sull’asfalto
che arde
dimenticando
la volta celeste.

Federica Venezia è nata a Campobasso, ma risiede a Roma dal 2001. All’età di otto anni ha vinto il premio di poesia in vernacolo molisano. Dopo gli studi di violino, ha iniziato a ideare e condurre programmi radiofonici per alcune emittenti private. Laureata in Lingue e letterature straniere, scrive di musica, cinema e letteratura. Giornalista professionista dal 2010, ha seguito corsi di doppiaggio e realizzato fotografie in tutto il mondo: nel 2007, a Villadose (Ro) – nell’ambito della 10ª Edizione del Festival “Voci per la libertà” – è stata premiata da Amnesty International per il miglior scatto sul tema dei diritti umani. Nel 2010 ha partecipato alla 1ª Edizione del Premio “Alda Merini”, promossa dall’editore Vincenzo Ursini in collaborazione con l’Accademia dei Bronzi di Catanzaro; sue poesie sono contenute nelle antologie Cara Alda ti scrivo… e La poesia moderna (Ursini Edizioni, 2010 e 2011). Di prossima pubblicazione un quaderno di liriche e foto.

9 pensieri su “Opere Inedite, Federica Venezia

  1. Poesia intensamente lieve, dagli ancestrali, delicati suoni argentini. Architettura chiara, intima, piacevolmente complessa e interessante. Cara Federica, è da pochi riuscire a porgere pensieri aleggianti, colorandoli di tenue pastello e regalandoli con la dolcezza pacata e serena di un bimbo che si incanta e si perde nella complicità di un sorriso.

  2. Poesia intensamente lieve, dagli ancestrali, delicati suoni argentini. Architettura chiara, intima, piacevolmente complessa e interessante. Cara Federica, è da pochi riuscire a porgere pensieri aleggianti, colorandoli di tenue pastello e regalandoli con la dolcezza pacata e serena di un bimbo che si incanta e si perde nella complicità… di un sorriso.

  3. Gentilissimo Dino, le tue parole sono grandi. Incoraggiano a seguire una strada difficile: quella di una vita in salita, ma densa di significato. Grazie di cuore!

    Vorrei inoltre ringraziare Luigia Sorrentino, persona sensibile e oltremodo generosa. Dobbiamo al suo talento la nascita di questo sito, piccola isola felice al servizio della poesia.

  4. Quanti “chicchi” d’amore accarezzano e fecondano animi in attesa…
    lo sguardo di Federica impresso nel cielo della poesia ,apre occhi ed orecchie
    ad attente attenzioni umane ,feconda sentieri inaccessibili…altrimenti.

  5. Mi piacciono questi versi così lievi e armonici, una freschezza e una sensibilità molto accese li caratterizzano e li rendono vibranti. Luci e ombre, una natura che si ricorda e si pensa nella sua essenzialità; versi che brillano come “..Stelle di zucchero e sale”…
    Monica Martinelli

  6. Grazie Federica, per aver fatto citare nella tua sintesi biografica il Premio “Alda Merini” promosso dall’Accademia dei Bronzi di cui sono presidente e l’antologia “Cara Alda ti scrivo”, da me edita, nella quale sei presente con “Evaporare” e “Riflessi”. I tuoi sono versi intensi e delicati nel contempo, ma soprattutto “irruenti”, perchè aprono il cuore del lettore rendendolo partecipe delle tue ansie e delle tue infinite dolcezze.

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