Opere Inedite, Enzo Ferrari

Per Enzo Ferrari “la poesia è l’intimità di una strada, il mistero di un paesaggio, il fresco di un pomeriggio, il riflesso di un bosco, che parlano per frammenti”. Per Enzo la poesia è Penna, Caproni, Saba, Sbarbaro, Conte.  Questi poeti sono i suoi mentori. Persone, mari e montagne i suoi testimoni.
E poi, la carta, la mano che segna la pagina bianca, il foglio brillante e chiaro che si presta al compimento del lavoro. L’Importante, per Enzo, è riuscire a dare con la trama dei versi, spazio alla gente, assieme alla gente, che “seduta o in piedi”  cammina verso una meta.


“La poesia è la dimora a protezione di ciò che vogliamo, è il riscatto delle stagioni che migrano, è lo svelamento di un incontro”.
               di Enzo Ferrari

L’ABETE

Da ore si sente tremare il bosco.
Al tramonto
l’abete è sceso nel buio.
Ha smesso
di camminare verso l’alto.
L’ombra del suo volto
dorme all’aperto
assieme alle stelle e all’erba.

 

PRIMIZIE

Domani sull’albero
ci sarà un’albicocca matura,
la prima della stagione.
Corre più veloce il cuore.
Vuole arrivare per primo.

SALITA

La stanchezza sorprende i miei piedi
le mani non sentono la presa
rotolano le pietre
fuggono i minuti.
Lontani gli alberi incantati
eco è la risposta di vuoto.

Appartiene a me questa salita
di un linguaggio stracciato.

Da quassù il mondo
vecchio e buffo
appare malato
affamato
impolverato.

TASCHE

Mi sono dotato di una bussola
la giacca ha tante tasche.
Con la geografia capisco il mondo.
Imbastisco la mia favola
con la luce della luna piena
che rende bianco il ghiacciaio.
Il vento accompagna
i sentieri e le parole.

Biobibliografia
Enzo Ferrari è nato a Genova nel 1956.
Attualmente risiede a Imperia, dove lavora, legge, va in bicicletta, e talvolta scrive versi e racconti.
Un racconto e qualche sua poesia sono stati premiati. Una raccolta poetica è stata pubblicata a fine 2007. Altri versi sono apparsi su riviste. Un’antologia di nove racconti, con a sfondo il periodo della guerra e della Resistenza, ha trovato nel 2009 un editore. Un altro racconto è stato pubblicato nel 2010.

18 pensieri su “Opere Inedite, Enzo Ferrari

  1. … scrivi molto bene, pulito, musicale… anzi, più che
    pulito, essenziale nelle parole, che comunque per esprimere qualcosa gli girano intorno, ma senza perdersi… bravo.
    E poi non hai quel noiosissimo alone di poeta sofferto/cinico, il che non guasta affatto. ciao

  2. Ciao, mi piace il tono sommesso ed educato di enzo nello scrivere, attraversa gli occhi scivolando con delle immagini tenui.
    Poche parole, messe bene insieme, perchè sono facili da deglutire tutte una dietro l’altra.
    Mi piace
    e mi piacerebbe dire che anche enzo è un illustratore.
    Le sue poesie sono acquerelli di parole.
    E’ così interessante il confronto con gli altri.

    Non mi piace affatto però il tono saccente e poco rispettoso di Luca, che non sembra contento se prima non ha tagliuzzato qualcuno.
    Forse Luca, sarà il caso di rivedere un poco i toni negli interventi?
    Lasci l’eleganza e la quiete solo nella poesia? e porti in giro la rabbia e le accuse a tutti coloro i quali non ti piacciono?
    Forse non è questo il modo di parlare dell’interiorità della gente…
    ma dopotutto
    la denigrazione degli altri è un affare nazionale,
    ridondante e politico oserei dire.
    NN saprei ma non mi piace….
    per niente

  3. …vincenzo, temo tu risponda non a me, ma ad una immagine che mi sovrapponi a priori… immagine tua, non mia…capita spesso in questo genere di comunicazione. Se così non fosse, probabilmente non perderesti il tuo tempo a rispondermi.
    Credo che dar per scontate certe tematiche nell’arte, quelle che mi vedi criticare spesso, non abbia nulla di neutro, dia una idea di umanità sofferente e malaticcia che rifiuto completamente, perchè lascia tutti, specie chi è più giovene, nella disperazione di non poter essere felici. E non credo sia il massimo dell’umanità. L’eleganza, come la cortesia, come l’educazione, per me hanno poco valore se non sono impregnte di rapporto. Le vostre poesie, le vostre rappresentazioni,io non le tocco… critico pensieri. E mi pongo domande.
    E la prima è stata: ma come è possibile, che nessuno invia poesie con sentimenti di un certo tipo? la seconda è stata chiedermi, come mai domandare una cosa così, per me banale, provocasse una certa reazione… poi mi do risposte, senza pretese siano dogmi.

  4. Si ok, ma non si puo’ parlare di arte o espressione a prescindere dai modi espressivi e dalle culture e sottoculture artistiche. Io penso che possa esistere un poeta cyberpunk, horror, erotico, truce ma anche un poeta che fa dell’espressione una luce piena di sole e sorridente e felice. Ripeto
    Penna, Ungaretti, Ginsberg buffissimo che parla di se stesso da vecchio con tanta ironia, parlano di aspetti di colori che altri poeti come hikmet trattano con la negazione delle brutture dell’animo umano e sono degni tutti perche sono tutti sinceri menestrelli della propria anima. Sono belli gli ambienti a pois e nei pois ci sono i chiaroscuri gli uomini con animi bianchi e altri uomini con animi neri ma sono tutti interessanti se sono sinceri! È il disprezzo malcelato per la libertà espositiva che non riesco a capire…
    Ti posso fare una domanda? Non di poesia in senso stretto ma
    Cosa ne pensi di Neil Gaiman?
    E vado indietro nel tempo … E di Poe?
    Mi interessa saperlo
    Grazie

  5. P.s. Non perdo tempo a rispondere perche sono in un blog che vive di domande, risposte, opinioni, invenzioni, parole che rimbalzano. Il blog serve a risponderai a vicenda con un ficus al centro…il topic qui e la poesia e le opinioni sulla stessa, collegate alle opere pubblicate…perche dici “non perderesti il tuo tempo” ?

  6. grazie per i vostri interventi.
    in effetti quando scrivo (poesia o racconto) cerco di non usare toni esacerbati, eccessivamente forti.
    le parole sono pietre.
    non vanno lanciate.
    un saluto a tutti

    enzo

  7. Enzo, nel tuo post poni l’accento sulla parola poetica dai toni non esacerbati, non eccessivamente forti, perchè, dici ‘le parole sono pietre’…

    Qual è il lavoro che deve fare il poeta?

  8. le parole sono pietre.
    le parole vanno soppesate, centellinate, non buttate a caso e tanto per dire. troppi sono quelli a cui piace citarsi addosso.
    il poeta osserva il mondo, le sue bellezze e le storture, i casi umani e quelli disumani.
    estrapola un pensiero, un fatto, un’idea e li pone all’attenzione di chi legge, senza necessariamente scagliarli su chi ascolta.
    Ascoltiamo con calma il fluire di Penna, Nelo Risi, della Szymborska
    “E’ merito loro
    se vivo in uno spazio non lirico e non retorico,
    con un orizzonte vero, perchè mobile”

    Ciao

  9. Condivido Enzo il tuo centellinare. E, aggiungo, quell’ ‘orizzonte mobile’ di cui parli, infine, mi rimanda ad un grandissimo poeta lirico dimenticato e, purtroppo, mai più ritrovato, Lucio Piccolo.
    Ricordi quella sua bellissima poesia?

    Mobile universo di folate
    di raggi, d’ore senza colore, di perenni
    transiti, di sfarzo
    di nubi: un attimo ed ecco mutate
    splendon le forme, ondeggiar millenni.
    E l’arco della porta bassa e il gradino liso
    di troppi inverni, favola sono nell’improvviso
    raggiare del sole di marzo.

  10. …Vincenzo, senti… la polemica mi è estranea. Ma non puoi sezionare le mie parole quando fa comodo e non coglierne il senso generale ogni volta. Io esprimo idee, se vuoi stupide, se vuoi arroganti, ma non esprimo giudizi, mentre ne sto ricevendo… considera che nel mondo esistono i Picasso, i Calatrava… come reagiresti di fronte alle loro sicurezze?
    Io sostengo che un’artista o un poeta debba essere sicuro di sè, debba ”lavorare” sulla propria identità, per mettere in gioco in quello che fa, questa identità senza paura e la più luminosa possibile. Non ho mai parlato di generi… ti nomino tre capolavori della fantascienza: L’invasione degli ultracorpi, Solaris, 2001. Visto che ne parliamo, ti dico però, che per me esiste una fantasia e poi varie degradazioni che scadono fino ad arrivare alla fantasticheria (roba tipo Dragonball, per intendersi). Per me, sottolineo per me, la massima espressione della fantasia è quella che chiamo rappresentazione: usando delle imamagini di fantasia,esprimere un pensiero sotterraneo, nascosto ed universale. Parlo di alieni, ma in realtà parlo di altro. Lo fanno i grandi poeti, lo fanno i grandi romanzieri, i grandi pittori.
    La descrizione, il fotografare, come si dice sul blog, a me non interessa è meno fantasioso, non è mai geniale. Così come non è geniale il raccontare, il raccontare fatti intricatissimi ma che non dicono nulla sull’uomo(penso ad un film come Inception).
    Per capire, fra due romanzi, quale racconta e quale rappresenta, serve la sensibilità. Spesso di una rappresentazione non capiamo nulla, ma ci lascia benissimo.
    Vado a Poe. Alla sua geniale ”lettera rubata”… è rappresentazione. Purtroppo poi c’è il Poe angosciante del Barile di amontillado e se rappresenta, rappresenta qualcosa di terribile. Penso vivamente, che ognuno nasca con un proprio bagaglio di fantasia, di umanità, che fin da subito fa i conti con chi ci è intorno. Fantasia che può svilupparsi o guastarsi a causa dei rapporti umani. Così, la grossa riserva di fantasia di un genio come Poe, o Van Gogh, è sempre minata da un’ identità che non funziona, che gira male e che perverte prima o poi le immagini(penso all’ultimo freddo Rothko)o mina la vita stessa dell’artista. La fantasia è altro, è trasformazione continua, non essere mai sè stessi. Il ”mal di vivere” è ripetizione triste ed infelice, è autoreferenzialità(si dice?)è credere che perdere la sofferenza è perdere la fantasia, ma è solo l’insicurezza di chi, per primo, sente la propria fantasia in pericolo. Penso questo. E non posso scrivere ogni volta:”penso questo”, o diventiamo matti…

  11. Ciao Luca, vedi, io ti ho chiesto un parere su due autori, tu hai risposto pienamente nel tuo modo. LE IDEE SONO GIUDIZI LUCA.
    Esprimere idee non giudicanti, è
    parlare al vuoto,
    occupare uno spazio,
    restare in un limbo e pretendere di dire qualunque cosa,
    in un ambiente privilegiato.
    Le idee vanno discusse e non affermate come quando si lancia una molotov.
    Io rivendico solamente il fatto che lo spazio di un blog è fatto per il confronto e non per lanciare nuvole che se ne stanno li come dei tag su cui nemmeno poter cliccare.
    Non mi sembra così impossibile portare le proprie idee sul piano della discussione ragionata.

  12. …il problema sta nell’ultima frase che mi scrivi.
    Parli di discussione ragionata. E a me non interessa, la ragione è fuori dalla mia vita artistica, entra solo nella mia vita privata quando devo allacciarmi le scarpe o fare la spesa.
    E cade inevitabilmente nel ”giudizio”, che è un’operazione razionale, fredda, staccata dai sentimenti, calcolata, che pesa azioni, comportamenti e li assolve o condanna, che spersonalizza gli esseri umani e li valuta come piccoli robottini, piccoli… ”ultra corpi”. E la ragione rimane fuori dalle idee, che sorgono sempre un po’ come l’arte, immediati, con grossi salti da un’affermazione alla conclusione… le idee appartengono al campo dell’intuito e degli affetti. Se quando esprimo un’idea, che è una dchiarazione di esistenza di identità (un io sono) l’altro dovesse sentirsi giudicato, il problema verrebbe dal secondo termine del rapporto. E’ l’altro che esprime un ”io non sono”… è l’altro che non sa rifiutare. Hai la possibilità di rifiutare ciò che senti. Fine. E pensare magari che l’altro non capisca nulla. Ma se avverti un giudizio (di conseguenza legato a te), vuol dire che senti minati i tuoi pensieri la tua storia, come fosse un attacco personale. Il problema rimane del secondo referente. E’ una sua fragilità, un suo minus. Non puoi fare passare per violento il primo termine, solo perchè mostra sicurezze. Ti domando ancora?… e se incontravi Picasso? Se avessi avuto a che fare con la sua… dico arroganza, ma non la sento come tale. Che avresti fatto, ti saresti ucciso, scusa?… e viene poi il secondo discorso… la morale ha due facce che vanno a bracceto, seppur apparentemente opposte. Una razionale e l’ altra religiosa. Scegli tu, se appioppare a qualcuno che esprime delle idee tramite un pc, del colpevole o del cattivo. Il discorso finisce per essere sterile e senza senso, come è senza senso affermare una che dialettica come vo possibilità di affermare tutto ed i contrario di tutto,con umiltà (falsa). Questa sarebbe un’assurdità, perchè potrebbe portare ad accettare qualsiasi cosa, qualsiasi orrore, se, da un punto di vista logico fosse sostenibile. Il discorso sta scivolando troppo sul generale e sul culturale, e non credo sia questa la sede.

  13. …no, una cosa va chiarita, perchè altrimenti diviene lecito affermare qualsiasi cosa.
    Mettere sullo stesso piano idee e giudizio è drammatico e assolutamente non sostenibile(qui esprimo un ”io sono” e rifuto qualcosa che non è dialettica). E’ drammatico perchè anche esprimere qualcosa come: ”la vita è bella e va vissuta”, diventa automaticamente un assalto ed una violenza a chi non la pensa così. COme se, quella che è una dichiarazione d’amore per gli uomini (un invito implicito a godersela) diviene invece condanna di chi nn ci riesce ad affermazione propria per negazione dell’altro(qualcosa di Heideggeriano che personalmente mi fa venire i brividi)… tutto ciò, dietro una facciata di dialettica sempre aperta(il poter esprimere liberamente tutto)diviene un freno micidiale per tutti, un’impossibilità per tutti di esprimersi.

  14. Insisto nel dire che un blog di poesia non è una vetrina per l’auto-affermazione ma è un luogo per il dialogo, il confronto e lo scambio.
    Non ti interessa giudicare? (perché allora scrivi sul blog idee che esprimono un giudizio tuo personale che inevitabilmente si percepisce come giudicante? )
    E non scadere nel sofismo dicendo che non scrivi giudizi ma idee personali.
    Tieni le tue idee allora nei tuoi spazi e non in spazi condivisi dove per loro natura bisognerebbe co-costruire una realtà condivisa!
    Sbattere le proprie idee senza alcuna volontà di confronto è come urlare al vento delle pagine bianche.
    Non mi sembra abominevole avere la possibilità di confrontarsi senza essere aggressivi e non tenendo conto del fatto che alcuni possono essere oltremodo feriti dal tuo atteggiamento tracotante da Apollo a cavallo.
    (Tu risponderai che non te ne importa nulla di avere un confronto senza legami personali, in questo modo ti sottrai al confronto)
    Se vuoi rientrare nel confronto aperto e libero sulla poesia, secondo me, non sono queste le modalità.
    Poi della tua vita vissuta abbracciato alla musa non mi interessa fino a quando non avrò l’opportunità di leggere qualcosa di tuo.
    Sarebbe stato così bello leggere tuoi lavori in risposta a quello che giudichi decadente triste e cupo per valutarne insieme l’efficacia oppositiva e il tuo valore artistico in opposizione alla noia della tristezza.
    Vuoi affermare qualcosa e sei bravo a farlo? Fallo con la poesia, non con l’arroganza.

  15. Intervengo solo perchè non mi piace ‘la piega’ che sta prendendo la conversazione tra Luca e Vincenzo.
    Vi consiglio di scrivervi privatamente. Qui parliamo di poesia, senza entrare in ‘personalismi’. Grazie.

  16. grazie luigia per l’opportunità offertami di comparire e per l’ultimo intervento.
    spero di poter collaborare anche in futuro.
    un saluto
    enzo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *