I Lieder eines fahrenden Gesellen: un viaggio poetico-musicale nel passaggio fra due civiltà
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di Giorgio Galli
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Thomas Mann disse che il Lied è “l’anima del popolo tedesco”. Non aveva torto: il Lied (letteralmente canto, canzone) ha attraversato la storia tedesca come un fiume carsico, dall’epoca carolingia fino all’epoca dei Maestri cantori di Norimberga (che non sono solo personaggi di un’opera di Wagner, ma figure storiche di artigiani-cantastorie del Rinascimento), ha cominciato a prendere una forma più moderna nel Barocco, ma è solo col Romanticismo che è entrato nell’età del suo splendore. Mozart e Beethoven hanno scritto dei Lieder (plurale di Lied), ma è con Schubert che il Lied è entrato veramente nell’ “anima del popolo tedesco”.
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Ivanoe Privitera, “L’istante violento”
Nello scaffale, Ivanoe Privitera
a cura di Luigia Sorrentino
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Sono sorpresa e stupita da queste nuove poesie che leggo di Ivanoe Privitera, “L’istante violento” opera vincitrice della VI edizione del Premio Giovane Holden, Collana Versi di segale. Sorpresa e stupita perché Ivanoe canta il pianto e la morte. E a me sorprende che i giovani imparino a morire… cosa vuol dire questo? Ivanoe Privitera si cala nella condizione umana, e piange “un pianto/ che sa di muta trasparenza/ e dell’assente si nutre/ e con la pioggia si confonde/ nella finta quiete del tramonto/fino ad affogare”.
Nessun verso consolatorio, quindi, ma grande consapevolezza. L’urto del presente si fa sentire e genera un vuoto incolmabile, rende nullo anche il tempo. Ma qualcosa si muove, nell’abbraccio del fratello, c’è di sicuro, il desiderio del ritorno.
(di Luigia Sorrentino) Continua a leggere
Eleonora Danco, “Intrattenimento Violento”
Harlot Produzione di Michele Placido presenta INTRATTENIMENTO VIOLENTO di Eleonora Danco con Lunetta Savino, Valentina Lodovini, Eleonora Danco (nella foto). Produttore esecutivo Andrea Ricciardi.
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Teatro Piccolo Eliseo dal 18 al 29 aprile h:21
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Scritto e diretto da Eleonora Danco: “Intrattenimento Violento : la relazione tra città e adolescenza nella vita adulta. Tre Attrici. La donna rana, la donna scarpa, l’anima in pena, nate come un’immagine nella mia testa, in un montaggio tra realtà e astrazione. Le attrici di diversa età e provenienza interpretano anche ruoli maschili. Il corpo è usato come stato inconscio, sia del testo, che della città. In questo spettacolo la donna non è un elemento tranquillizzante o risanatore. Al contrario la donna tocca tanti punti della condizione umana. Creando un’energia provocatoria e fisica. Senza reticenze.
Itesti sono in Italiano e in slang romano. Sotto forma di monologhi, dialoghi, poesie. I personaggi raccontati sono tutti invischiati in conflitti adolescenziali. Per adolescenza intendo l’impulso, anche inconscio, di esprimersi senza memoria. Continua a leggere