Galloni, “Bestiario dei giorni di festa”

Gabriele Galloni, credits ph. di Dino Ignani

NOTA DI LUIGIA SORRENTINO

Bestiario dei giorni di festa è un libro che Gabriele Galloni aveva ultimato, o forse stava ultimando, nei giorni che hanno preceduto la sua improvvisa e prematura scomparsa, a soli 25 anni. Si tratta di quaranta testi brevissimi, quasi tutti formati da tre versi, terzine di endecasillabi. I componimenti di Gabriele come negli antichi bestiari medievali, hanno per titolo nomi di animali, pesci, uccelli, rettili, insetti. Bestie, appunto. In realtà sono maschere, travestimenti, dei quali il giovane poeta si serve da un punto di vista stilistico. Riprendendo certi toni favolistici di Esopo, Galloni ammonisce i comportamenti umani spesso caratterizzati da incongruenze, assurdità, contraddizioni, e soprattutto, incoerenze logiche e morali.  Se si riflette su questi testi pubblicati postumi, senza rinunciare al gioco e all’ironia, ognuno di noi può incontrare proprie o altrui, contraddizioni, bassezze, viltà.

 

Il cane

Un cane con due zampe è sempre un cane.
Purché sempre ricerchi con la coda
la fissità delle cose lontane.

Lo struzzo

Andando sempre avanti tutto il mondo
ci dimenticherà. Lo struzzo
preferisce così girare in tondo.

Il maiale

Il maiale divora le carcasse
dei suoi simili. Si fa il bagno nei liquidi
mortuari; è sempre il primo della classe.

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Pavese a Bianca Garufi, “vorrei essere la mano che ti protegge”

“Vorrei essere almeno la mano che ti protegge – una cosa che non ho mai saputo fare con nessuno e con te invece mi è naturale come il respiro”. Così Cesare Pavese si rivolge, in una lettera del 21 ottobre 1945, a Bianca Garufi, la futura scrittrice che all’epoca lavorava nella sede romana della casa editrice Einaudi, di cui lo scrittore e poeta piemontese era consulente.

E sempre a Bianca, amore non del tutto corrisposto, Pavese in quell’autunno postbellico scriveva ancora: “Tu sei veramente una fiamma che scalda ma bisogna proteggere dal vento. A volte non so se un mio gesto tende a scaldarmi o a proteggerti. Anzi allora m’immagino di fare le due cose insieme e questa è tutta la mia e la tua tenerezza come una cosa sola”.

Si intitola “Una bellissima coppia discorde” il volume che per la prima volta raccoglie integralmente il carteggio tra Cesare Pavese e Bianca Garufi (1945-1950), curato da Mariarosa Masoero e pubblicato da Olschki Editore editore (pagine 166, euro 20). L’importanza di questo volume consiste, oltre che nel valore letterario e documentario delle lettere stesse, nel fatto che si tratta della prima corrispondenza di Pavese con una donna a vedere la luce.
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