Francesco Maria Tipaldi, "Humus"

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Dalla Prefazione di Stelvio Di Spigno
Se si ha in casa uno di quei vecchi vocabolari di latino in più tomi, nei quali c’era lo spazio per enumerare tutti i possibili significati della parola più banale da tradurre, alla voce humus si potranno ritrovare almeno tre modalità di significazione diverse: humus è la terra dove ci si siede e dove si viene seppelliti; humus è territorio, regione, contrada, luogo geograficamente da definire con un aggettivo in successione; infine humus è il regno infero, l’inferno, il luogo sotterraneo. Questa accezione, ovviamente, è quella più traslata e “poetica”. E’ sorprendente notare come tutte e tre queste accezioni hanno qualcosa a che fare con il secondo libro di Francesco Maria Tipaldi, il cui titolo Humus, appunto, testimonia del fatto che è stato un integerrimo liceale o è diventato uno “pseudologo” che nella lingua, al di là di ogni studio severo e mirato, vi coglie con uno sguardo d’insieme tutte le potenzialità semantiche. […] Continua a leggere