Il poemetto Groppi d’amore nella scuraglia di Tiziano Scarpa arriva alla terza edizione dopo quelle, in altre collane einaudiane, del 2005 e del 2010.
Un’edizione nuova per interventi strutturali dell’autore, oltre che per l’aggiunta di un testo in appendice.
In questi quindici anni di vita la saga comica e poetica di Scatorchio, che per fare dispetto al suo rivale in amore aiuta il sindaco a trasformare il paese in una discarica di rifiuti, ha avuto molti lettori e molti spettatori dato che il poemetto, di intima natura teatrale, è stato più volte messo in scena.
È un libro originalissimo, scritto in una lingua dialettale inventata, sapientemente primitiva.
Nel monologo si affollano le voci di personaggi indimenticabili, come l’amata ma non bellissima Sirocchia, la vidova Capecchia, che scoprirà di non essere tanto vedova, lu nonnio, maestro di educazione sentimentale… E un bestiario di esseri non meno infelici e desideranti degli uomini: lu gatto gattaro, lu cane canaglio, lu rundenello, lu surcio pantecano.
Scatorchio parla con loro come parla con Gesú e con la Maronna e Iddio Patro in una lingua che attinge alle parlate centro-meridionali ma anche ai volgari delle origini. Continua a leggere