Mario Benedetti, poeta del suono

Mario Benedetti, foto Dino Ignani

di Corrado Benigni

 

Poeti del suono e poeti dell’immagine. Mario Benedetti appartiene senza dubbio alla prima categoria. La tessitura della sua lingua è prima di tutto musicale: una poesia “per legame musaico armonizzata”, verrebbe da dire citando Dante. Tanti nodi suonosenso tengono insieme la trama dei versi di Benedetti.

Dopo Amelia Rosselli, credo sia stato il poeta che meglio ha fatto risuonare la pagina poetica come una partitura musicale, e questo senza alcun artificio o pre-intenzione, ma con un impasto di naturalezza e lavoro artigianale sulla lingua, che è proprio dei poeti veri; una lingua sfuggente e inimitabile anche quando appare semplicissima. L’analogia, come capacità di connettere elementi e mondi lontanissimi, nei suoi versi è prima di tutto analogia di suoni, voci e ritmo.

Ho sempre avuto grande stima e ammirazione verso la poesia di Benedetti, che pure è lontana dal mio stile. Questa distanza tra noi ha però reso ancora più affascinante ai miei occhi la sua scrittura. Soprattutto dopo l’uscita di “Pitture nere su carta”, un libro coraggioso e fuori dagli schemi, che a mio avviso ha spinto più in là e più a fondo le possibilità della lingua poetica. Il titolo tuttavia non deve trarre in inganno: centrale non è l’immagine, ma il suono, con il quale Benedetti è riuscito in modo straordinario e spiazzante a tratteggiare vere e proprie figure dell’inconscio, che rimandano, per impressione, ai capolavori di Goya. I segni neri lasciati sulle carte, come dice il titolo, sono la traccia visibile che i suoni della sua poesia ci consegnano, quasi testimonianza di un dovere cui non è stato possibile sottrarsi. Come in tutti i suoi libri, realtà e favola si mescolano sulla pagina, che diventa così una potente tela allegorica. Continua a leggere

Zwölftonfarben – Dodecafonia dei Colori

 
Clariss_Vogel002Martedì 29 aprile 2014 dalle 19.30 inaugurazione di “DODECAFONIA DEI COLORI”, costumi e scene di CLARISSE PRAUN-MAYLUNAS.
Forum Austriaco di Cultura di Roma, (Viale Bruno Buozzi, 113).
La mostra sarà visitabile dal 30 aprile al 3 giugno 2014.
Quanto le opere di Clarisse Praun-Maylunas siano intrinsecamente legate alla musica si evince già dal titolo stesso della mostra: Zwölftonfarben – Dodecafonia dei Colori. Non è quindi un caso che il vernissage sia stato concepito come evento multidimensionale fatto proprio di suoni e colori, elementi tipici, nonché fondamentali per la conoscenza più autentica dell’artista.
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