Pietro De Marchi, “La carta delle arance”

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Pietro De Marchi, con “La carta delle arance” ha vinto il Premio Gottfried Keller 2016 dotato di 25’000 franchi svizzeri

 Nota di Rodolfo Zucco

Antichi aeroplanini al decollo, bolle di sapone… Non è infrequente, tra le metafore del fare poesia, l’immagine dello stacco da terra, della levitazione. Ma quella trovata da Pietro De Marchi nella poesia che sigilla La carta delle arance e gli dà titolo ci porta assai peculiarmente dentro le ragioni e le pulsioni di un’esperienza di scrittura in cui hanno parte fondante, radicale, la consapevolezza dell’effimero e, ad avversarla, l’ostinazione che pretende l’iterazione del miracolo. Continua a leggere

Giovanni Raboni, Tutte le poesie

 
raboni_coverCon il Porta comincia, nella poesia italiana, quella linea lombarda, potentemente realistico-narrativa e, per cosí dire, antipetrarchesca, che si ritrova anche all’interno della poesia del Novecento e che è l’unica della quale io aspiri a far parte, nonostante i molti debiti che so di avere nei confronti di altri poeti, da Baudelaire (che considero il piú grande poeta moderno) a Pound (che considero il piú grande inventore di possibilità poetiche del nostro secolo), – e poi, per venire a nomi piú vicini o addirittura vicinissimi, quasi fraterni, a Rebora, a Montale, a Saba, a Sereni.
 
Da: Giovanni Raboni, Autoritratto 1977
 
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