Eleonora Danco, “Intrattenimento Violento”

Harlot Produzione di Michele Placido presenta INTRATTENIMENTO VIOLENTO di Eleonora Danco con Lunetta Savino, Valentina Lodovini, Eleonora Danco (nella foto). Produttore esecutivo Andrea Ricciardi.
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Teatro Piccolo Eliseo dal 18 al 29 aprile h:21

Scritto e diretto da Eleonora Danco: “Intrattenimento Violento : la relazione tra città e adolescenza nella vita adulta. Tre Attrici. La donna rana, la donna scarpa, l’anima in pena, nate come un’immagine nella mia testa, in un montaggio tra realtà e astrazione. Le attrici di diversa età e provenienza interpretano anche ruoli maschili. Il corpo è usato come stato inconscio, sia del testo, che della città. In questo spettacolo la donna non è un elemento tranquillizzante o risanatore. Al contrario la donna tocca tanti punti della condizione umana. Creando un’energia provocatoria e fisica. Senza reticenze.
Itesti sono in Italiano e in slang romano. Sotto forma di monologhi, dialoghi, poesie. I personaggi raccontati sono tutti invischiati in conflitti adolescenziali. Per adolescenza intendo l’impulso, anche inconscio, di esprimersi senza memoria. Continua a leggere

Margaret Atwood, il diluvio della poesia

Margaret Eleanor Atwood, nata nel 1939 in Canada a Ottawa, è poetessa e scrittrice.
La sua è una voce a cui dobbiamo prestare ascolto.”
             a cura di Luigia Sorrentino 

“In Canada non esiste un volk unitario ed è difficile individuare i tratti di una identità nazionale… Cosicchè l’unico elemento unificante sembra essere la terra, il paesaggio, e la sua capacità di sovrapporsi prepotentemente alla storia e al gesto degli uomini. Di fronte alla terra, di fronte a un referente ancora forte, l’uomo riacquista la lentezza di un suo senso paradigmatico, perenne. Nella poesia “Insanie progressive di un pioniere” Atwood sembra illustrare le vicende di un ulisside antico che avverte nell’impatto con la terra la propria finitezza. ‘Si fermò, un punto/ su un foglio di carta verde/ proclamandosi il centro,/ senza muri né confini/ ovunque, il cielo smisurato/ sopra di lui, non / circoscritto,/ e gridò./ Fatemi uscire!'”
                                                                    di Fernando Bandini

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“Margaret Atwood conosce la paura, sa delle cose che strisciando ti avviluppano il cuore come un sudario di muffa sul pane. Sa di come hai giocato all’assassinio nell’oscurità, e di come, dopo un bicchiere o due di vino, una volta impiccasti qualcuno per i suoi occhi azzurri.
Conosce la storia di tua madre violata da un cigno (la cameriera nella foto di famiglia ha un fumetto invisibile sopra la testa. Sgualdrina.) Sa di quando calpestasti con forza la pietra nella landa e, vedendo la gamba affondare fino al ginocchio, esclamasti: “Un momento. Questa mi appartiene” e solo una ragazza senza mani si protese per consolarti. Lei sa cosa vuol dire fare questi giochi con te…
Ma viene l’ora in cui la vita si piega in due su se stessa. Il diniego temuto che balza fuori e ti accrechia nella Casa dei Divertimenti all’improvviso sembra poco più che terrore sui trampoli. Avviene qualcosa che, con un tonfo sordo, ti arresta il cuore. Il tempo in cui hai iniziato sta per finire. Tuo padre non è più un uomo anziano, è un uomo che muore.
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