Daniele Piccini, “Inizio fine”

Letture

Recensione di Paolo Lagazzi

Inizio fine, la nuova raccolta di versi di Daniele Piccini, è un libro misterioso e difficile, lampeggiante di pathos e ombra. Dire che si tratta di un’opera concepita per testimoniare come “nei tempi di povertà si ricoprono / di cenere le sostanze”, mentre il mondo “smotta” e la mente “barcolla”, non è ancora nulla. Se da una parte si srotola per mostrarci forme dell’amarezza e del dubbio, pieghe del tormento o della solitudine – quella solitudine che incide la carne degli uomini e degli animali come la sostanza fiammante delle stelle -, dall’altra il testo di Piccini si arrotola, si avviluppa o s’increspa per tentare contrappunti, per intarsiare linee altre di senso, per scavare cunicoli segreti, per inspirare il vento aspro delle domande estreme in attesa di soffiarlo su noi con la forza utopica dell’angoscia. Cosa comincia, cosa finisce in ogni attimo di quella realtà divina o di quella ferita enorme che è la vita? Qual è il nostro vero compito, saper capire quando è “il Continua a leggere