Alberto Casadei: “Poesia e ispirazione”

Alberto Casadei

Alberto Casadei nel suo saggio “Poesia e ispirazione” (Luca Sossella Editore, 2009) indaga l’enigma originario dell’ispirazione.
Quali sono i processi mentali che sono all’origine della poesia?
Alberto Casadei, compie un originalissimo percorso fra mito letterario e neuroscienze. Il discorso sull’ispirazione diviene, nel suo saggio, un ragionamento sulle connessioni tra linguaggio e attività psichica.

‘La poesia diventa – come lo stesso Casadei afferma – uno scarto del pensiero, necessario e urgente in quanto capace di rendere concepibile un’alternativa al reale’.

Intervista a Alberto Casadei
di Luigia Sorrentino

 

Lei in questo libro indaga l’enigma dell’ispirazione e ci parla delle nuove esplorazioni del poeta… Che cosa è cambiato, rispetto al passato, nel rapporto tra poesia e ispirazione?

Ora siamo in grado di accettare l’idea di una lirica che nasce da aspetti solo in parte esplorati del nostro ‘inconscio cognitivo’. Quando io leggo testi come quelli di Rimbaud, o di Celan, o di Amelia Rosselli capisco che essi hanno un senso, magari anche molto profondo, ma non sono in possesso delle chiavi per decodificarlo. Questi stessi autori parlano della loro ‘ispirazione’, dicono magari di essere stati come spinti a scrivere da una forza superiore, ma non sanno spiegare come cio’ sia avvenuto. Ora le scienze cognitive ci stanno cominciando a insegnare che le componenti razionali sono solo una piccola parte di tutte quelle che costituiscono la nostra interezza come individui e insieme come appartenenti alla specie umana: la nostra esperienza più profonda puo’ riemergere abolendo le norme grammaticali consuete, e questo fa sì che noi siamo in grando di intuire un senso anche in testi molto oscuri. L’ispirazione sembra allora un modo di ricostruire il rapporto io-mondo su basi diverse da quelle consuete, ma non per questo in maniera esclusivamente ex-lege. Per non ottenere testi privi di qualunque senso decifrabile (come avviene p.e. in certi surrealisti), occorre che si possa riconoscere una regola interna, ovvero che la grande tradizione letteraria e in specie poetica, e la capacita’ di ricreazione stilistica propria del singolo si compenetrino: altrimenti, non si avra’ ispirazione ma solo ripetizione o solo follia.

 

Qual è il rapporto tra poesia e mito?

Fino ad oggi, in molti hanno tentato di ricostruire gli aspetti ‘fondativi’ della poesia ricostruendo in modi storici, filologici o antropologici le indicazioni che ci venivano dai testi orfici, dalle tante rappresentazioni delle Muse o delle divinità come fonti di ispirazione, dalle prime analisi dei filosofi antichi (greci ma anche persiani o indiani). In sostanza, il rapporto fra poesia e mito è rimasto collegato a testimonianze interpretabili in vario modo, a loro volta ‘rimitizzabili’, un po’ come hanno fatto Nietzsche, Heidegger e anche Freud nella sua decodifica geniale ma solo in parte scientifica, come lui stesso ammetteva.

Oggi possiamo cominciare a ricostruire un orizzonte biologico-esperienziale che ci rimanda al nostro essere uomini prima che alle sovrapposizioni interpretative più o meno antiche. La poesia delle fasi pre-razionali (soprattutto quelle delle codifiche del campo poetico da parte di Aristotele) ci appare legata a modalità di funzionamento della mente ritmiche e analogico-metaforiche prima che logico-sintattiche: in questo senso, si comprende perché Platone accettasse in un primo tempo (specialmente nello Ione) una lettura della poesia come espressione del verbo degli dèi, segnata da una ‘divina mania’ che poteva produrre componimenti bellissimi ma non fondati sul ragionamento dialettico. In un secondo tempo, e cioè all’epoca della Repubblica, questa disponibilità nei confronti della poesia cessò drasticamente: il poeta ispirato poteva anche essere anche un ex-lege, e quindi era opportuno lasciarlo fuori dal mondo sociale ben organizzato. Da quel momento la storia della poesia pre-classica finisce, e comincia un lungo periodo in cui della poiesis come generatrice di miti non si parlò più, sino alle riscoperte romantiche. Continua a leggere