“Periferie”, un libro che nasce dal crowdfunding

ilariaINTERVISTA A ILARIA BOFFA
DI LUIGIA SORRENTINO

Il suo libro di poesie “Periferie” nasce da una campagna di crowdfunding, cioè da una nuova forma di sostegno della pubblicazione. Qual è il valore di questa campagna, che senso ha per un autore?

A partire da gennaio 2016, Samuele Editore di Alessandro Canzian ha deciso di sperimentare  il crowdfunding, cui ho aderito con grande entusiasmo. Attraverso questo sistema (l’Editore si appoggia alla piattaforma Eppela.com), un progetto, un libro viene promosso online, se ne racconta in breve la storia, si descrive l’autore, si presentano alcune poesie ed infine si invitano i potenziali partecipanti ad effettuare dei pre-ordini che serviranno a supportare la realizzazione dell’opera. Continua a leggere

Altre Scritture, Antonio Celano

 Antonio Celano
a cura di Luigia Sorrentino

«Sono nato nel 1966 in una zona rurale della Basilicata, dalla bellezza scabra, periferica. Ricordo che d’estate, quando tutti avevano preso l’abitudine di riversarsi al mare sulle spiagge della vicina Calabria, a me piaceva fare la strada inversa. Andavo in campagna: mio nonno mi portava a pascolare le vacche, mia nonna si assopiva tardi accanto al fuoco col lavoro in mano. Ne amavo le acque correnti, i pioppi e i vincastri, il sapore dei gelsi e dei fichi. Ascoltavo la notte gli insetti far gemere il legno della scala che portava in soffitta, il soffio delle froge nella stalla di sotto, mentre i cani abbaiavano al buio accecante.

Lassù la corrente elettrica arrivò solo nel ’74: mio nonno tracciò la data nel cemento fresco del traliccio, come ad ammonire per una modernità intempestiva e inutile. In campagna io mi sentivo vivo, ma quello spazio era già un ventre vuoto. In quegli anni persino il paese, così legato al mondo contadino, iniziava a cambiare come di polarità, iniziava a orientarsi alle città, lieto di poterne costituire il cascame. Lo dico perché di questa logica son rimasto vittima: per anni non sono tornato in Basilicata se non per qualche giorno all’anno, ho studiato industrie e operai. Tuttavia, oggi mi rendo conto di aver scelto sempre città-non-città prive di grandi opportunità, di essermi portato dentro un modello che non poteva che naufragare, in seguito, in una nostalgia per la mia terra che non si era mai sopita. Continua a leggere