Katie Kitamura, “Una separazione”

“Una separazione” riguarda l’incolmabile distanza che ci separa dalla vita degli altri e le storie che raccontiamo a noi stessi per fingere di colmarla. Una straordinaria meditazione sulla presenza e sull’assenza.

La donna che racconta in prima persona decide, d’accordo con il marito, per la separazione, che però deve restare per il momento segreta. Intanto le arriva la notizia che Christopher è introvabile, in una regione della Grecia dove sta facendo ricerche per un libro di antropologia. Benché riluttante, si convince ad andarlo a cercare, e scopre via via di non conoscere come credeva l’uomo che ha sposato. L’indagine, anche introspettiva, della protagonista diventa da un certo punto in poi la ricerca dell’autore di un delitto inspiegabile. Ma la narrazione è ancora pervasa da una vena di antipathos, fredda, analitica, distaccata quasi quanto quella di una polizia indifferente.

Una vicenda di infedeltà e di segreti, Una separazione riguarda l’incolmabile distanza che ci separa dalla vita degli altri e le storie che raccontiamo a noi stessi per fingere di colmarla. La scrittura di Kitamura è eccellente, anche nel rievocare situazioni e aneddoti solo in apparenza poco importanti: sembra divagare, e invece invita il lettore, sempre più perplesso, ma anche sempre più incuriosito, a girare pagina. Vittima del marito, la giovane protagonista riscuote subito le simpatie del lettore, che poi però comincia a farsi parecchie domande.

Katie Kitamura

Lo stile è chiaro, algido, a tratti minimalista, ma anche vivido, preciso, e non annoia mai. L’ambientazione è perfetta, priva di esotismi e pregiudizi, proprio come nei tanti romanzi che Patricia Highsmith ambienta all’estero. Continua a leggere

La vita perfetta di William Sidis


iperborea_cover_bassaAnteprima Editoriale


Ci sono geni conclamati, come Leonardo da Vinci o Albert Einstein, e la loro eccezionale intelligenza è conosciuta. Non tutti sanno, invece, che alla fine dell’ Ottocento si è affacciato sul nostro pianeta un bambino dotato di capacità intellettive straordinarie. William James Sidis aveva un quoziente intellettivo che oscillava tra 270 e 300, il più alto mai registrato nella storia.
A raccontare la sua vicenda è il giornalista e saggista danese Morten Brask nel romanzo ‘La vita perfetta di William Sidis’, in uscita in Italia per Iperborea, suo debutto letterario. Nato a New York nel 1898, benché nel 1906 l’università lo avesse rifiutato perché ancora troppo piccolo, nel 1909, William risulta, a tutt’oggi, il più giovane studente mai iscritto ad Harvard.
A 18 mesi Sidis legge il New York Times, a 4 anni impara da solo greco e latino, a 6 memorizza all’istante ogni libro che sfoglia, parla dieci lingue e ne inventa una nuova, il vendergood, e dopo aver scritto saggi di matematica e astronomia presenta undicenne a Harvard la sua teoria sulla Quarta dimensione.
Vissuto tra New York e Boston nella prima metà del Novecento, figlio di immigrati ucraini di origini ebraiche, William Sidis è stato non solo un bambino prodigio, ma una delle menti più eccelse di ogni tempo, con il quoziente intellettivo più alto mai misurato. Continua a leggere

Malala Yousafzai, a 16 anni candidata al Nobel per la Pace

Malala Yousafzai è una bambina pachistana che ama la scuola e lo studio, una passione trasmessale dal padre, preside di alcune scuole nella loro regione di origine. Malala è una bambina che ha conosciuto presto il peso delle discriminazioni, perpetrate dal governo attuale, soprattutto nei confronti delle donne, che colpiscono anche la sfera dell’istruzione, sistematicamente negata.

A Malala è stata offerta l’opportunità di scrivere un blog per la BBC, la testimonianza di questa dura realtà vista con gli occhi onesti e meravigliati di una ragazzina di 11 anni: Malala ha saputo utilizzare questa preziosa occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica alla causa dell’istruzione come unico strumento per garantire ai bambini un futuro migliore e alle donne l’emancipazione. Continua a leggere

Addio al poeta Jack Gilbert

E’ morto a 87 anni,  Jack Gilbert il poeta che in contrò il grande amore in Italia. Fu a  lungo legato a Gianna Gelmetti. Lo scrittore statunitense che nei suoi versi ha descritto le emozioni legate all’amore e al dolore, è morto a Berkeley, in California, per le complicazioni di una polmonite.
L’annuncio della scomparsa è stato dato il 15 novembre 2012 dal suo editore Alfred A. Knopf, che ha precisato che Gilbert era affetto dal morbo di Alzheimer.

Dopo aver studiato a Parigi, negli anni dopo la seconda guerra mondiale visse per diverso tempo in Italia, dove incontrò il suo primo grande amore giovanile, Gianna Gelmetti, la donna che appare, con nome o senza nome, in molti suoi poemi amorosi. Continua a leggere

Premio Pulitzer 2012 per la narrativa: «Nessun premio»

Pulitzer per la narrativa: una svolta epocale?
di Nicola D’Ugo

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Pomeriggio grigio a New York il 16 aprile. Seguito dal gelo diradante nella notte buia. Non toccava le case, né le strade della Grande Mela, ma espandeva i suoi fini tentacoli nelle sale dove erano stati appena annunciati i vincitori del Premio Pulitzer, nelle stanze ronzanti delle case editrici sparse qua e là oltre gli Appalachi e le sconfinate radure d’America, dei giornali brulicanti, dei tanti scrittori che speravano di poter vedere il proprio nome o quello del proprio editore tra i finalisti, se non di ambire ad un riconoscimento troppo importante per essere anche solo sperato. Continua a leggere

Addio a John Chamberlain

L’artista statunitense John Chamberlain, protagonista della scultura che ha fuso l’Abstract Expressionism con la Pop Art, grazie ai suoi collage realizzati con pezzi di metallo colorati e residui di carrozzerie d’automobile, è morto la sera del 21 dicembre 2011 a Manhattan all’età di 84 anni.
L’annuncio della scomparsa del famoso scultore è stato dato oggi dalla moglie, Prudence Fairweather, al “The New York Times“.
Tra gli artefici della svolta artistica della fine degli anni Cinquanta, partito dal filone dell’espressionismo astratto ed evolutosi nella linea della Pop art, Chamberlain è stato tra i primi a introdurre nella scultura i metalli “trovati” – soprattutto telai e pezzi d’automobile schiacciati – che ha usato con grande libertà creativa, esaltandoli, anche attraverso il colore.
Nato a Rochester, nello Stato dell’Indiana, il 16 aprile 1927, Chamberlain studiò all’Art Institute di Chicago, a New York e al Black Mountain College nel 1955-56, all’epoca uno degli ambienti più aperti alle nuove teorie ed esperienze artistiche. Chamberlain ha ricevuto numerosi riconoscimenti e le sue opere sono esposte in diversi musei del mondo.

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Apre domani la Buchmesse di Francoforte

Al via, domani, 12 ottobre 2011, la 63esima edizione della Fiera internazionale del libro di Francoforte, che quest’anno ha come ospite d’onore la piccola ma letteriaramente fertile Islanda e fino al 16 ottobre richiamerà nella città dell’Assia 7.500 espositori provenienti da 110 paesi.

Conosciuta anche come Buchmesse – venne fondata nel 1949 dall’Associazione dei librai tedeschi – Börserverein des Deutschen Buchhandels – ma la sua storia risale al Quattrocento, quando una prima fiera del libro fu tenuta a Francoforte da librai locali, e quando nella vicina Magonza nasceva la stampa a caratteri mobili.

Si svolgerà dal 12 al 16 ottobre e potrà contare più di 7 mila espositori provenienti da 100 paesi e quasi 300 mila visitatori l’anno. (Nella foto Juergen Boos Direttore della Fiera di Francoforte). Continua a leggere