La via del domani

Mariella Mehr credits pf. Dino Ignani

La patria redenta di Mariella Mehr

Di Andrea Galgano

La poesia di Mariella Mehr (1) (1947) è un annidamento splendente di scogli e ferite, paesaggi che gridano, come la sua storia di sopraffazione e annullamento e che trovano nella parola che si scrive non una liberazione dal dolore, ma un’apertura alla profondità e nella profondità:

Ancora ti prospera il fogliame intorno al cuore
e una fresca presa di
sale
impregna il tuo sguardo.
Di me nessuno vuol sapere,
di chi io

sia la spezia
e di quale amore la durata.
Spesso canta il lupo nel mio
sangue
e allora l’anima mia si apre
in una lingua straniera.
Luce, dico allora, luce di lupo,
dico, e che non venga nessuno a tagliarmi i
capelli.
Mi annido in briciole straniere / e sono a me parola sufficiente.

Effimero, mi dico,
perché presto cesserà ogni annidare,
e scorre

via il resto di ogni ora.

Nata a Zurigo da madre zingara di etnia Jenisch, diffusa prevalentemente tra Svizzera e Svezia, fu vittima assieme ad altri seicento ragazzini rom, di un programma eugenetico (una violentissima pulizia etnica vera e propria) chiamato Enfants de la grand-route «Opera di soccorso per i bambini di strada» (in tedesco Kinder der Landstrasse) promosso dal governo svizzero e attivo tra il 1926 e il 1972, con cui si proponeva un processo di sedentarizzazione verso i figli appartenenti a famiglie di etnia nomade, sottraendo i bambini ai loro genitori e affidandoli a famiglie svizzere, orfanotrofi o ospedali psichiatrici.

Mariella Mehr fu portata via a due anni, nel 1949 e chiusa in un istituto per ritardati mentali. Segregata in un mutismo volontario, come la bambina del suo romanzo, «La bambina si rifiuta di parlare, si chiude nel silenzio», dirà a Maurizio Cecchetti su “Avvenire”, in un’intervista del 9 settembre 2006,

Ed è anche una difesa contro le violenze che la società le riversa addosso. Questa bambina in realtà è il riflesso della stessa società in cui anche noi viviamo: soltanto nel nostro mondo la vita di una bambina come questa è possibile. Solo una società individualista come la nostra, dove ciascuno bada a se stesso, può esistere una bambina che ormai è una sorta di essere autistico, uno specchio da cui la bambina stessa non riesce ad uscire se non uccidendo. Così possiamo dire che nella nostra società ogni vittima, se vuole liberarsi, è costretta a diventare anche carnefice. Ma il suo futuro, certo, non è roseo. Il comportamento degli adulti, la loro violenza, genera in lei altra violenza. (2)

Venne affidata a sedici case famiglia e tre diversi istituzioni educative, subendo diversi elettroschock. Quando ebbe diciannove anni le tolsero il figlio, come racconta a Paolo Di Stefano sul “Corriere”: Continua a leggere

Paul Celan & Nelly Sachs

paulcelan_nellysachs
Il 28 aprile 2016 al Laboratorio Formentini (Milano-Brera) alle 19.30 Viviana Nicodemo e Milo De Angelis presentano: “Paul Celan e Nelly Sachs“.

Versi, lettere e brani musicali si alternano in una serata che mette in scena il legame fra i due grandi poeti, Paul Celan e Nelly Sachs, che si sono conosciuti e frequentati negli anni Cinquanta e Sessanta, legati profondamente dalla comune esperienza dell’ esilio e dallo sconfinato amore per la poesia.

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Ognuno incatenato alla sua ora

 
cover_mariellaA cura di Anna Ruchat

Mariella Mehr – coniugando Celan, Nelly Sachs e Artaud in una prospettiva di riscatto (Notizie dall’esilio), di laica redenzione (La costellazione del lupo) o di lucido delirio (San Colombano e attesa) – rimane strettamente legata, soprattutto nella produzione piú recente, al cortocircuito verbale, alla «Wortbildung» (la parola tedesca composta che diventa trampolino di lancio per l’invenzione) cui segue la concatenazione sghemba dei versi, sempre inaspettata, provocatoria, materica e mai astratta o fine a sé stessa. Mariella Mehr arreda il suo universo linguistico come fosse un parco selvatico. Cosí la sua ricerca poetica approda a volte a una magia crudele («Uno sguardo modesto | pieno di magia rumorosa, piú terribile di qualunque ira»), altre volte a un meticoloso esercizio speleologico tra le «caverne dove, | vivono gli uomini di ghiaccio», altre a un’esplosione che tutto scuote nei «crepacci del tempo», altre ancora in formule alchemiche rivolte alla carne e alle sue pause di gelo («nell’amore | togliamoci | esausti il gelo | dai capelli») il tutto avvolto e travolto da una notte che inghiotte, restituisce e sottrae: s’insinua ovunque.
Dalla prefazione di Anna Ruchat Continua a leggere

Nelly Sachs, Grabschriften in die Luft geschrieben

Letture

Epitaffi scritti sull’aria” (Grabschriften in die Luft geschrieben) di Nelly Sachs, a cura Chiara Conterno, con un saggio di Walter Busch e una nota introduttiva di Ferruccio D’Angeli (Ed. Progedit Collana Ecart/trace 2013).

Il ciclo di Epitaffi scritti sull’aria raccolti in questo libro sono stati scritti da Nelly Sachs tra il 1943 e il 1946 e appartengono al nucleo più antico della lirica d’esilio dell’autrice. Nascono dallo sconvolgente turbamento della Shoah. In una lettera, riferendo della madre, la Sachs scrive che si era “ammalata di spavento e orrore” per tutto quello che il popolo ebraico aveva dovuto sopportare durante le persecuzioni nazional-socialistiche, perché di notte percepiva il morire e il soffrire dei perseguitati. Sono fragilissime le composizioni di Nelly Sachs. Accanto ai titoli delle singole composizioni, quasi sempre, compaiono soltanto le iniziali di un nome, che  caricano la poesia di un significato assoluto. Nessun-nome-tutti-i-nomi, saranno ricordati nella sofferenza comune, collettiva, del popolo ebraico. Continua a leggere

Ryszard Krynicki, “Abitiamo attraverso la pelle”

Anteprima

Ryszard Krynicki, uno dei maggiori poeti polacchi contemporanei, nato nel 1943 in campo di concentramento,  è anche traduttore ed editore (nel 1988 ha fondato la casa editrice “a5”, che pubblica poesia contemporanea. Tra le sue pubblicazioni anche la poetessa polacca Wislawa  Szymborska: http://www.wydawnictwoa5.pl/;s,english).

Krynicki sarà in Italia per ricevere il premio alla carriera del festival internazionale di poesia civile di Vercelli, che nelle passate edizioni ha premiato Adonis, Evtushenko, Patrikios. Continua a leggere