Claribel Alegría, “Amore senza fine”

L’Abisso (frammento)

M’invase un’onda di sonno
mi svegliai sul ciglio
di un abisso
troverò ancora
il mio vecchio mondo?
Sono lì
non sono lì?
E il mare
e la ceiba?
Il mare è uno spettro
ma lo sento
anche io sono uno spettro
e sto per scomparire.

Inclinai la testa
vidi nel fondo Dioniso
coronato d’alloro
piantava vigne
nelle crepe
e rideva
rideva
con la sua risata malevola
e sonora.
In fondo all’abisso
specchi rotti
centinaia di bacchi
centinaia
centinaia di claribel
nei pezzi di specchio
universi
inversi
multiversi
sentenze del destino
che mi legano
o sono io che lego il destino?
Esplorazione dell’io
che si trasforma
il sole non tramonta mai
e le stelle non smettono di brillare.
Sono il mare
sono la ceiba
i fiumi volanti
che atterrano in me
si rompono
si biforcano
diventano canto
e io canto le loro note.
Quale fra tutte le claribel
nei frammenti di specchio
è quella reale,
quella che non porta maschere
ed è coperta di rovi
e carboni ipnotici
che presagiscono incendi?
Non la conosco più
mi è scappata via.
La vertigine mi prende
galoppo all’indietro
in avanti
sono un ratto grigio
non posso fare il salto
non posso condividere
né il timore
né il dubbio
più ci amavamo
più eri lontano da me
torrenti che salgono e scendono
le mie preghiere
nascono già morte
sono il mio enigma
tu sei il mio mare
la mia ceiba
sei morto
sei vivo
cammino attanagliata
da angosce
cos’è il bene
cos’è il male?

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