Dylan Thomas nella traduzione di Roberto Sanesi

Dylan Thomas

 

Dall’introduzione di Roberto Sanesi

In una sua nota d’apertura ai “Collected poems”, pubblicati nel 1952, Dylan Thomas scriveva: “Ho letto da qualche parte di un pastore che, quando gli chiesero perché rivolgesse, dal centro di cerchi magici, ossequi rituali alla luna per proteggere il suo gregge, rispose: ‘Sarei un pazzo dannato se non lo facessi!’ Queste poesie, con tutte le loro crudezze, dubbi e confusioni, sono scritte per amore dell’Uomo e in lode di Dio, e sarei un pazzo dannato se non lo fossero”. La nascita e la morte, visioni bibliche ed echi letterari, significati soggettivi e puri suoni, tutto confluisce a creare l’immenso e variegato immaginario poetico di Dylan Thomas. Una voce, quella del poeta, che può risultare a tratti oscura, ma che, come scrive Roberto Sanesi nel suo saggio introduttivo, “riesce a far presa su chiunque”.

ESTRATTI 
da: Dylan Thomas, Poesie, a cura di Roberto Sanesi, con testo originale a fronte, Guanda, 2017

Tutto tutto e tutto gli aridi mondi sollevano

I

Tutto tutto e tutto gli aridi mondi sollevano,
Il basamento del ghiaccio, il solido oceano,
Tutto dall’olio, dall’urto della lava.
Città di primavera, il fiore governato,
Ruotano dentro la terra che ruota,
Le città incenerite in un cerchio di fuoco.

Eccoti ora mia carne, mio compagno nudo,
Mammella del mare, domani membruto,
Verme nel cranio, recinta e incolta.
Tutto tutto e tutto, l’amante della spoglia,
Sparuto come il peccato, spumose le midolla.
Dalla carne tutto sollevano gli aridi mondi.

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