Leopoldo María Panero (1948 – 2014)

Leopoldo María Panero

Oltre quel luogo dove
ancora si nasconde la vita, resta
un regno, resta da coltivare
come un re la sua agonia,
da far fiorire come un regno
il sudicio fiore dell’agonia:
io che tutto ho prostituito, posso ancora
prostituire la mia morte e fare
del mio cadavere l’ultima poesia.

Leopoldo María Panero nella traduzione di Alessandro De Francesco.
Dalla rivista Poesia, Crocetti Editore (anno 2012)

Más allá de donde
aún se esconde la vida, queda
un reino, queda cultivar
como un rey su agonía,
hacer florecer como un reino
la sucia flor de la agonía:
yo que todo lo prostituí, aún puedo
prostituir mi muerte y hacer
de mi cadáver el último poema.

Leopoldo María Panero
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Senz'arma che dia carne all'imperium

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Letture

La morte di Leopoldo María Panero il 6 marzo 2014, a 65 anni, a Las Palmas, in Spagna, in una clinica psichiatrica, mi ha lasciato molta amarezza. Se dovessi spiegare perché, potrei dirvi che avrei voluto incontrarlo, parlargli, dirgli qualcosa, prima che se ne andasse. Il poeta spagnolo era profondamente segnato dall’esperienza di una malattia che lascia segni indelebili nella vita di una persona. Eppure, ha scritto versi assoluti, che testimoniano l’assoluta solitudine dell’uomo, il disperato desiderio di consegnare una parola unificata, ai molti che erano in lui, per riappacificarsi con l’uno dalle molte persone. Continua a leggere