Antonio Riccardi, “Il profitto domestico”

il-profitto-domesticoNota di Alberto Casadei

«Chiamo queste vite in una storia» dice Antonio Riccardi sulla soglia del Profitto domestico, e le sezioni della raccolta, le sottosezioni, le poesie – come le stanze, gli anditi, le scale dell’antico podere di Cattabiano, proprietà dei Riccardi da più di cinquecento anni – portano nel segreto di una famiglia, evocato per schegge, frammenti, attraverso le vicende dei suoi componenti, remoti e vicini, che della rappresentazione di quel segreto sono insieme attori e personaggi.

Poema familiare che, nel suo dare struttura narrativa a universali tragici quali l’amore, il possesso, la morte – individuati da serie foniche e dunque simboliche come soldi-colpa, casa-corpo, cose-ricordi, rovine-reliquie –, rappresenta un unicum nella poesia e nella lingua italiana del secondo Novecento, Il profitto domestico condivide con la tragedia classica anche l’assolutezza geografica, confermata più che tradita dagli excursus immaginifici nell’Antartide di fine Ottocento e nell’Africa esplorata da Bottego: centro generativo del poema è infatti il podere avito, la foresta che lo circonda, i ruderi che punteggiano i colli, le valli, le rive dei fiumi dove la materia organica si decompone, mischiandosi all’inorganico dei rifiuti industriali, al metallo ormai rugginoso che infetta le ferite della Prima guerra mondiale: ogni materia, anche morendo, anche disfacendosi, vive. Continua a leggere

Franco Buffoni, “Avrei fatto la fine di Turing”

 

buffoni_donzelliL’amore è un lavoro, o forse un lavorìo
Di piatti di bicchieri di ferri da stiro
Ancora in garanzia.
L’amore è in garanzia per una forma
Di protezione degli opposti,
Un calcolo sbagliato,
Un taglio al dito che non si rimargina.

Franco Buffoni

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Dalla Nota dell’autore

Le strutture di pensiero delle religioni abramitiche, in particolare il binarismo sessuale e l’eterosessismo, oltre a essere due tradizioni fondanti del nostro ordine sociale, hanno costituito fino al Novecento anche il sostrato del sapere medico-psichiatrico-psicologico e delle prassi cliniche che ne sono derivate. Continua a leggere

Ewa Lipska, il secondo tempo

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La Polonia è una terra straordinariamente fertile per i poeti”, ebbe a ricordare una volta il poeta russo, Josif Brodskij.
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Nota di Luigia Sorrentino 

Di Ewa Lipska, una delle voci più interessanti della poesia e della letteratura polacca contemporanea, non avevo mai letto nulla, qui in Italia. Ewa Lipska, è invece, una poetessa molto tradotta in varie lingue. Sulla sua vita e sulla sua poesia, i cambiamenti politici che ci sono stati in Polonia e in Europa alla fine degli anni Ottanta, hanno avuto un’influenza determinante, anche se la sua poesia, non è catalogabile come “Poesia della Polonia”, ma come poesia che travalica il confine della terra natale.

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