Willem van Toorn

Willem van Toorn credits ph. Ineke Holzhaus

Papaveri

Portati dal vento come polvere, Dio sa da dove,
segni rossi che sventolano nel campo.
Come farfalle ma con le radici. Numerosi
tra ruderi di colonne a Gòrtyn, accompagnati

da morti greci che tremila anni fa
hanno scritto qua e là sulle pietre:
boustrophedon. Meno lontano
sopra morti più recenti

che sotto la propria croce, in lembi precisi,
posano fino all’orrizonte
verso Ieper, Passchendale e Mametz.

Fini, leggeri come carta lungo trincee.
Sui cemeteri delle automobili. Seccati tra carte assorbenti
in libri per ragazze. Su concimaie,
tetti di paglia e, riprodotti in latta,
portati a vita sui baveri

di vecchi – sfilata zoppa,
ogni anno di ritorno dal proprio inferno.
‘Fango e pioggia. ’Morte. O madre. Terra.

Trad. Paola Malavasi Continua a leggere