Forrest Gander e l’ecopoesia

Forrest Gander

Forrest Gander, nato in California nel 1956, ha ricevuto il Premio Pulitzer per la poesia nel 2019 con la silloge Be With (New Directions 2018), dedicata alla recente scomparsa della moglie, [n.d.r. la poeta Carolyn D. Wright]. Traduttore, saggista e professore emerito di Letterature comparate alla Brown University, Gander è tra i massimi esponenti della cosiddetta ecopoetry, una delle più recenti frontiere della ricerca poetica legata ai problemi ecologici e ambientali, e contraddistinta da una solida teoresi filosofica e da un forte impegno politico. Il saggio che qui si presenta in anteprima per il lettore italiano è tratto dal libro Redstart: An Ecological Poetics, a cura di Forrest Gander e John Kinsella, Iowa University Press. Oggi, in serata, saranno annunciati i vincitori dei Pulitzer Prizes 2020.

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Introduzione all’ecopoesia

di Forrest Gander

 

Il termine ecopoesia ha assunto una vasta gamma di connotazioni. Tra queste: un insieme variabile di strategie tecniche e concettuali per la scrittura durante un periodo di crisi ecologica. Tali strategie (che assomigliano molto alle innovative strategie poetiche sostenute negli ultimi cento anni) spesso affermano di aver dato inizio:

 

  1. a una disarticolazione dell’agire egocentrato;
  2. a una posizione di autoriflessività (in modo che, ad esempio, si dice che la poesia abbia origine non all’interno del sé ma all’interno del paesaggio cui appartiene);
  3. a un rifiuto, come scrive il poeta australiano Stuart Cooke, di qualsiasi tentativo di «radunare il mondo in una sorta di unità e permanenza» a favore di un «incontro» segnato da «fluttuazioni entropiche». I testi ecopoetici sono talvolta descritti come «testi aperti»;
  4. a una rigorosa attenzione nei confronti del pattern;
  5. a un riorientamento dell’oggettività verso l’intersoggettività.

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Teresa Maresca, “Song of Myself”

Ventotto giovani si bagnano lungo la spiaggia,
ventotto uomini giovani e tutti così amici
ventotto anni di vita femminile e tutta così sola

(Song of Myself, 11, Walt Whitman)

 

Dal 3 aprile sino al 5 maggio 2019, l’elegante edificio liberty di inizio Novecento che ospita
l’Acquario Civico di Milano accoglierà tra le sue pareti e le sue vasche la mostra TERESA
MARESCA, Song of Myself, promossa e prodotta dal Comune di Milano – Cultura e
dall’Acquario – Civica Stazione Idrobiologica di Milano.

L’esposizione, a cura di Raffaella Resch, è parte del programma Milano Art Week 2019 (1-7 aprile), palinsesto del Comune di Milano dedicato all’arte moderna e contemporanea.

TERESA MARESCA, con Song of Myself pone al centro dell’indagine il rapporto tra uomo e Natura, traendo il suo titolo dalla raccolta poetica del poeta americano Walt Whitman (1819-1892), di cui proprio nel 2019 si celebrano i 200 anni dalla nascita.

L’omaggio a Whitman è duplice, in quanto oltre al poemetto undicesimo di Song of Myself, in cui ventotto uomini si bagnano di notte nel fiume, Teresa Maresca si ispira anche al “Canto della Sequoia”, la Red Oak Tree che nel testo di Whitman prende la parola in prima
persona, come simbolo della sterminata e incontaminata natura americana.

Artista dedita alla pittura, al disegno e all’incisione, mossa da un motivo ispiratore non di rado mutuato dalla poesia e dalla filosofia, Maresca elabora composizioni di grande impatto richiamando gestualità e cromatismi dei Neue Wilden, il movimento neoespressionista berlinese dei Nuovi Selvaggi, ma anche il Realismo Magico di Peter Doig, tendenze che si contraddistinguono entrambe per una costante riflessione sul ruolo dell’uomo nell’ambiente. Continua a leggere

Il nuovo Almanacco di Walter Raffaelli

In anteprima, vi mostriamo alcune pagine e alcuni protagonisti del nuovo e preziosissimo “Almanacco” dei poeti e della poesia contemporanea  (Raffaelli Editore, 2017) ancora in stampa. Sarà pronto nella prima settimana di dicembre. Come potete notare dall’indice, vi sono diversi autori, italiani e stranieri che il blog Poesia, di Luigia Sorrentino, ha ampiamente trattato. Anche in questo numero dell’Almanacco a cura di Walter Raffaelli, sono diversi i poeti dell’America Latina, fra i quali vi sono Paesi che dedicano, da sempre, il loro massimo tributo alla poesia.

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John Kinsella

John Kinsella Ph. Andrew De La Rue

 

il filamento di blu, l’invisibile corrimano

Scala a chiocciola verso un filamento di blu:
su Santa Lucia di F. Furini
(Galleria Spada, Roma)

 

Discesa di compensazione

nell’abituare gli occhi

a scrutare dal buio —

occhio strappato ed esposto —

quel che resta sembra

già abbastanza difficile per un paio,

ti penetra da parte a parte,

un feroce tumulto,

l’avido sguardo della singolarità —

occhio strappato ed esposto —

non guardare dove il guardare

non è voluto — messaggio

invertito — per entrare

con l’inganno nella chiarità, i becchi

delle aquile al di sopra di Hong

Kong Harbour, e a casa prima

che lasciassero i cieli

sulla vallata di Jam Tree

Gully — in absentia —

cos’è successo, un filamento

di blu sulla nuca, capelli blu

che accendono uno spalle-scoperte

riflettendo di rimando non

una convenzione pittorica,

le scale di pietra

che la raggiungono,

avanzando a tentoni

nella poca luce

che facciamo — nel filamento

di blu che seguiamo,

l’invisibile corrimano. Continua a leggere