Erano bianche rosse allineate
Le macchinette nel cortile,
Ci giocavo d’estate all’ombra
Col pensiero, le spostavo di nascosto
Ogni giorno anche in vetrina.
Finalmente a Natale ne ebbi sei
Tre rosse tre bianche tutte in fila
Da spostare a mia voglia
Sul balcone, ma le dimenticai
Abbastanza presto, e l’anno dopo
Le regalai a un bambino vero.
Ora qui sopra Linate nel sole
In fase di attesa di atterraggio
Mi sembra di toccarle e di giocarci
Bianche e rosse tra i tetti
Piatti e pochi platani
Due pini, una vetrina dall’alto
Terzo giro e subito riprende quota
Le regalo anche queste
Sono grande non gioco.
Da: La linea del cielo, (Garzanti, 2018) Continua a leggere
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Premio di Poesia Città di Legnano, Giuseppe Tirinnanzi
Trentasei anni di attività per diventare un punto di riferimento per chi scrive poesie in italiano e nel dialetto dell’area lombarda, con l’obiettivo di valorizzare gli autori che si stanno affermando sulla scena nazionale e coltivare quelli che componendo versi in vernacolo rappresentano un baluardo delle tradizioni. Dopo la manifestazione conclusiva della 35esima edizione, celebrata in ottobre a Legnano con la vittoria di Claudio Damiani (Italiano) e Vito Trombetta (Dialetto), il Premio di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi torna con il suo 36esimo bando. Anche quest’anno le sezioni saranno tre: Italiano, Dialetto e Premio alla Carriera. Per partecipare c’è tempo fino al 30 aprile. Il premio è indetto dal Comune di Legnano e dalla Famiglia Legnanese, per ricordare il poeta Giuseppe Tirinnanzi (Firenze 1887-Legnano1976). Continua a leggere
“Personae”, di Franco Buffoni
Descrizione
Dramma in cinque atti e un prologo, Personae è un’opera teatrale profondamente legata all’attualità, pronta per essere rappresentata e discussa. Ma può anche essere letta come un romanzo in versi, oppure, più semplicemente, come un libro di poesia. Dopo l’attacco al teatro dove è in corso il concerto-revival del gruppo rock dal grande passato, quattro personaggi “ritornanti” discutono tra loro sullo sfondo del lapsus di un cronista tv: “I quattro sono morti in modo non grave”. Poiché la tv non può mentire, fino alla rettifica i “revenant” tornano vivi. E quei pochi istanti si dilatano fino a coprire il tempo della rappresentazione. Narzis, professore di filosofia alsaziano, quarant’anni, sposato con Endy, tecnico informatico ex operaio, trent’anni. Hanno due bambini, Erik e Samuel, nati in Canada, ed è la prima sera che li affidano alla baby sitter. Veronika, biologa ricercatrice di origini ucraine, trentacinque anni, a Parigi da dieci. Sotto l’aspetto di donna single in carriera, è devastata da una ferita d’amore e d’orgoglio subita a vent’anni. Inigo, cinquant’anni, prete lefebvriano, vive in una confraternita intitolata a Dominique Venner, l’uomo che si suicidò a Notre Dame il 21 maggio 2013 per protestare contro il matrimonio gay. I fitti, drammatici dialoghi tra i quattro personaggi mettono in scena le loro esistenze e anche le contraddizioni e le distorsioni della nostra epoca, con continui e inattesi rivolgimenti nella trama dell’opera. Continua a leggere