Sylvie Fabre G., da “L’infinito approssimarsi”

Sylvie Fabre G.

 

ESTRATTI 

Nous ne sommes personne, un nom
pourtant nous est donné.

Contre lui, ange profond, inavoué
nous nous serrons.
Il y a une origine, infime
nom et corps se rejoignent
déroulent leurs arcanes
extase, plainte ardente
que révèle le poème.

Ton nom touche ta blessure.

 

Non siamo nessuno, eppure
un nome ci è dato.

Contro di lui, angelo profondo,
inconfessato, ci stringiamo.
C’è un’origine, infima
dove nome e corpo si riuniscono
spiegano i loro arcani
estasi, lamento ardente
che rivela la poesia.

Il tuo nome tocca la tua ferita.   Continua a leggere

Laure Gauthier, ” kaspar de pierre “

Laure Gauthier

di Laure Gauthier

” kaspar de pierre” è un racconto poetico che dà voce a Kaspar Hauser, il bambino arrivato misteriosamente nel 1828 alle porte di Norimberga dopo 17 anni di prigionia. Per prima cosa, era necessario far saltare il mito del “rapito dal cuore puro” così come lo chiama Françoise Dolto che lo descrive, alla stessa stregua di Verlaine e del suo “pregate per noi povero Gaspard”, come un bambino innocente, quasi fosse un Cristo.

In “kaspar de pierre”, non ho ricomposto l’essenza di Kaspar Hauser, ma solo un po’ la superficie del suo essere. La pietra. Il mio progetto non consiste nel ricostruire un’archeologia delle passioni sulle tracce dei lavori di Véronique Bergen. No, questo racconto fa capo al mero compito di ricercare negli archivi, là dove non ci sono atti, per inventare spazi e tempi “tra i fatti” registrati dalla cronaca, là dove non c’è suono né voce. Un fuori campo che fa tremare il campo della storia. Continua a leggere