Prosegue fino a domenica 28 marzo la maratona di poesia della Giornata mondiale della poesia 2021. Oggi leggiamo le poesie di Francesco Buco, Felicia Buonomo, Marco Candela, Giulia Catricalà, Pietro Pancamo, Federico Preziosi, Elisabetta Schiavon, Isabella Paola Stoja, Davide Uria, fra le centinaia che continuano a arrivare all’indirizzo email del blog di poesia dopo l’invito da me rivolto su Instagram. A queste poesie se ne aggiungeranno altre, tutte quelle ci arriveranno fino a sabato sera 27 marzo 2021, poesie che invitano a riflettere, o si pongono come una riflessione, sul potere del linguaggio e sulla capacità creativa della persona.
(Luigia Sorrentino)
POETICA 2.0
I
La mia penna è l’iPhone
e il mio calamaio
è dove carico la batteria.
Lì, sulla pergamena del display
si fa luminescente il Logos.
Ogni lettera è un impulso:
il tocco impresso
nel calco del vetro.
Ogni parola
porta le mie impronte.
II
Il mio poeta
fruga nella cartella
come un alunno.
Dentro non trova fogli
ma file, digitali quaderni
dell’Io, pagine d’ipertesto
dove si taglia, si copia e s’incolla,
l’ultima che ho vissuto,
la più aggiornata
versione di me.
III
Il nostro addio
è la condivisione. Lei
fugge via,
dalla linea alla Rete.
E io resto qui –
più meschino di prima –
nell’angolo di vita
che mi merito.
Temo l’oblio
della formattazione.
Francesco Buco, è nato il 15/05/1978 a Viterbo, dove vive con sua moglie. Non ha mai pubblicato nessuna raccolta di poesie e soltanto nell’ultimo anno i suoi versi sono usciti su riviste on line (Poesia del nostro tempo, Inverso, Il Visionario, Le stanze di carta, Poetry Factory, Centro Cultural Tina Modotti Caracas) e sulla rubrica di Repubblica “La Bottega della Poesia” (Milano, Roma, Torino e Bari).
OSTIA
Non è leggerezza di fiore questa condanna.
Come un masticare di ostia che chiede redenzione.
Si scioglie in fretta, taglia il tempo necessario
a passare in rassegna l’elenco dei peccati
che mi getti addosso. Eppure sarei dovuta partire,
lanciarmi vuota nella libertà che pesa. Non aspettare
una benedizione, un segno di croce che allarghi
alla vita. Eppure rimango, mi punisco, mi rinnego.
Potrei silenziarmi, ma canto un urlo. Tu non senti.
Felicia Buonomo, nata a Desio (MB) nel 1980, è giornalista e autrice. Alcuni dei suoi video-reportage esteri sono stati trasmessi da Rai 3 e RaiNews24. È redattrice di Osservatorio Diritti e video-giornalista a Mediaset. Sue poesie sono state pubblicate su riviste e blog letterari, quali Atelier, la Repubblica e altrove. Suoi versi sono apparsi anche su riviste e blog letterari negli Stati Uniti e in Francia e tradotti in spagnolo dal Centro Cultural Tina Modotti. Pubblica il saggio Pasolini profeta (Mucchi Editore, 2011), il libro-reportage I bambini spaccapietre. L’infanzia negata in Benin (Aut Aut Edizioni, 2020) e la raccolta poetica Cara catastrofe (Miraggi Edizioni, 2020). Dirige la collana di poesia sociale/civile Récit, per Aut Aut Edizioni. Continua a leggere