Fabio Jermini, “Singolarità”

Fabio Jermini

 

Il pozzo delle anime

 

 

¿Dove vanno la donna
che tiene per mano un bambino
l’uomo seduto su un assale, quel tale che calca
con passo sicuro le tavole di un ponte sospeso?

Sagome d’avorio stagliate contro l’azzurrino.

¿Eroi di quali storie
miti, leggende, celtiche saghe?
¿Quali i moniti o gli ordini? ¿I fatali divieti?

È un complesso ipogeo
tra gneiss, argilla e ghiaia
un tempo una grotta – poi stanze spettrali
impilate, simmetriche (¿un tempio, un sepolcro?)

Sulla soglia, due are, una trave
una stele bislunga
con messaggi cifrati:

†La prima ½ h è gratuita
da 1 h, 1 fr. ogni ½ h fino a 3 h†

†È severamente vietato (?) fumare†

 

 

Alienazione

 

 

Brillano d’ambra le piramidi
nel deserto di tegole
mentre imbruniscono
pedoni schierati, i comignoli
(non ittiti, assiri, persiani
ma isole, cunei, catene)
… e qui si acutizza l’arrocco
la distrazione, la devianza… l’agguato
l’agguato è nei tonfi monotoni
e nei trilli, quando scintillano
le linee di contatto
nel quotidiano moto immobile
della coorte che s’ingorga.

Piovra dai tentacoli elettrici
da Étoile a Sismondi, da Maisonnex a Rive
la vera noia è stare alcione in alpe, uncicato
all’orizzonte degli eventi…

È venerdì. Pont-d’Arve gorgoglia
di clacson, di gavazze e di bestemmie
e dietro le persiane
– schermo di segrete lussurie –
qualcuno
si masturba
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Antologia di poeti nati negli anni Ottanta

GENERAZIONE DEGLI ANNI 80
Noé Albergati, Daniele Bernardi, Yari Bernasconi, Andrea Bianchetti, Margherita Coldesina, Laura Di Corcia, Lia Galli, Andrea Grassi, Fabio Jermini, Jonathan Lupi, Mercure Martini, Marko Miladinovic, Pietro Montorfani, Carlotta Silini.

Immagine di copertina: Shendra Stucki

*

Dalla prefazione di Debora Giampani

Quando mi è stato chiesto di curarne la prefazione, subito mi sono interessata al perché di questa antologia. Ben consapevole che un’ennesima raccolta non potesse aiutare un mercato frammentario e asfittico come quello della poesia nella Svizzera italiana, Andrea Bianchetti mi ha risposto mettendo in luce la volontà di unire gli sforzi di un gruppo di poeti che, più o meno in sordina, portava avanti una passione condivisa a dispetto di condizioni decisamente poco incoraggianti […]. L’idea era infatti nata un po’ per caso durante una chiacchierata tra Andrea e Virgilio Berardocco, studioso, critico, oggi dottorando all’Accademia di Mendrisio, Jonathan Lupi, biologo, Fabio Jermini, oggi dottorando in letteratura italiana a Ginevra e Lia Galli, docente di italiano nelle scuole superiori, in seguito ad una giornata dedicata alla letteratura. Durante questo incontro il gruppo si era subito reso conto che a compattarlo non era soltanto la passione per la poesia, bensì anche una questione anagrafica: erano nati tuti negli anni Ottanta. Di lì all’idea di riunire le loro voci in un’antologia che, oltre agli autori presenti alla chiacchierata, ne comprendesse altri della stessa generazione, il passo fu breve. Continua a leggere

I cinque Finalisti del Premio Letterario Camaiore 2016

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La Giuria Tecnica del XXVIII Premio Letterario Camaiore, composta dal Presidente Francesco Belluomini e da Corrado Calabrò, Emilio Coco, Vincenzo Guarracino, Paola Lucarini e Mario Santagostini, dopo attenta e approfondita valutazione dei volumi ha selezionato la prima rosa di selezione dei candidati al premio 2016, e ha determinato, in riunione congiunta il 18 giugno 2016 presso l’Hotel “Capri” del Lido di Camaiore, i cinque Finalisti, il Camaiore Proposta “Opera Prima” e il Premio Internazionale.

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Fabio Jermini, “Intervallo e fine”- Commento a una sezione di “Somiglianze” di Milo De Angelis

 
fabio_jermini_okNOTA DI FABIO JERMINI

Il libro nasce come approfondimento della mia tesi di laurea, che era già un commento a un nucleo di poesie della raccolta Somiglianze, discussa all’Università di Ginevra il 13 febbraio 2013, davanti al prof. Roberto Leporatti (direttore di tesi) e a Francesca Latini (giurata d’esame).
Sin dal liceo ero affascinato dalla poesia; amavo particolarmente Dante, Ariosto, Parini, D’Annunzio, Verlaine e Apollinaire. Ho scoperto De Angelis – assieme a molti altri – il primo anno di università, durante un seminario tenuto da un altro poeta, Fabio Pusterla. Dopo aver letto la poesia Due nelle forze, colpito dalla forza e dal lato enigmatico di quel tipo di poesia, “piana a intendere” sul piano morfologico, ambigua su quello sintattico, criptico su quello semantico, scelsi di lavorare su De Angelis, per il mio lavoro seminariale. Continua a leggere

Una poesia di Fabio Jermini

 

fabio.jermini
Fabio Jermini
(Lugano, 1988) vive tra il Ticino e Ginevra, dove si è laureato in letteratura italiana con una tesi su Milo De Angelis.
Attualmente è assistente di letteratura italiana del Medioevo e del Rinascimento all’Università di Ginevra e lavora a una tesi di dottorato in filologia su Cecco Angiolieri.

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Milo De Angelis, “Millimetri”

Appuntamento

Venerdì 15 novembre 2013 presentazione di “Millimetri” di Milo De Angelis, ore 21.00 – Centro Culturale di Milano (via Zebedia, 2)  con: Milo De Angelis, Angelo Lumelli e Luigi Tassoni. Intervengono, tra gli altri amici, Michelangelo Coviello, Fabrizio Fantoni. Fabio Jermini, Giancarlo Pontiggia, Luigia Sorrentino, Isabella Vincentini. Coordina l’incontro Alessandro Zaccuri.

Per informazioni: stampa@ilsaggiatore.com

“Millimetri” di Milo De Angelis, fu pubblicato nel 1983 da Einaudi. A 30 anni da quella pubblicazione il Saggiatore nella collana le Silerchie (euro 12,00)
lo ripropone.

Dalla postfazione di Aldo Nove e Giuseppe Genna. 

Quando ho aperto per la prima volta Millimetri mi si è spalancato un mondo incomprensibile, ma di quel mondo avevo memoria. Ero un neonato che si guardava attorno. C’era solo il dovere arcaico di entrare in quel mondo, così come per ogni neonato. Avevo sedici anni anni ed è stata l’esperienza più forte che la poesia mi ha regalato. Leggevo quelle parole oscure ma necessarie ad alta voce sul pullman, al mattino presto, andando al liceo. Altri ragazzi ascoltavano. Alcuni ridevano, altri scuotevano la testa, qualcuno restava ammutolito. Poi c’era chi ripeteva i versi che leggevo, diceva che erano pazzeschi, che la poesia è una cosa pazzesca. Continua a leggere