Omaggio a Wisława Szymborska e a Herta Müller

Wisława Szymborska, Premio Nobel per la Letteratura nel 1996: ” Per la poesia che con ironica precisione permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti di realtà umana.”

PICCOLI ANNUNCI

CHIUNQUE sappia dove sia finita
la compassione (immaginazione del cuore)
– si faccia avanti! Si faccia avanti!
Lo canti a voce spiegata
e danzi come un folle
gioendo sotto l’esile betulla,
sempre pronta al pianto.

INSEGNO il silenzio
in tutte le lingue
mediante l’osservazione
del cielo stellato,
delle mandibole del Sinanthropus,
del salto della cavalletta,
delle unghie del neonato,
del plancton.
d’un fiocco di neve.

RIPRISTINO l’amore.
Attenzione! Offerta speciale!
Siate distesi sull’erba
del giugno scorso immersi nel sole
mentre il vento danza
(quello che in giugno
Guidava il ballo dei vostri capelli).

SI CERCA persona qualificata
per piangere
i vecchi che muoiono
negli ospizi. Si prega
di candidarsi senza certificati
e offerte scritte.
I documenti saranno stracciati
Senza darne ricevuta.

DELLE PROMESSE del mio sposo,
che vi ha ingannato con i suoi colori
del mondo popoloso, il suo brusìo,
il canto alla finestra, il cane fuori:
che mai resterete soli
nel buio e nel silenzio tutt’intorno
– non posso rispondere io.
La Notte, vedova del Giorno.

di Wisława Szymborska


 

Herta Müller, Premio Nobel per la Letteratura nel 2009: “Con la concentrazione della poesia e la franchezza della prosa ha rappresentato il mondo dei diseredati”

INCIPIT
Tutto quello che ho lo porto con me. Oppure: tutto quello che è mio lo porto con me. L’ho portato tutto, quello che ho. Non erano cose mie. Cose senza più una funzione, o appartenenti a qualcun altro. La valigia di pelle di maiale era la custodia di un grammofono. Lo spolverino era di mio padre. Il cappotto di città con il colletto di velluto era del nonno. I calzoni alla zuava quelli di mio zio Edwin. Le ghette erano del vicino, il signor Carp. I guanti di lana verde quelli di mia zia Fini. Solo la sciarpa di seta bordeaux e il nècessaire erano miei, regali dell’ultimo Natale. […]

di Herta Müller, da: “L’altalena del respiro”