Una poesia di Patrizia Cavalli

Patrizia Cavalli

Se posso perdonare, allora devo
riuscire a perdonare anche me stessa
e smetterla di starmi a giudicare
per come sono o come dovrei essere.
Qui non si tratta di consapevolezza
ma è la superbia che mi tiene stretta
in una stolta morsa che mi danna.
Eccomi infatti qui dannata a chiedermi
che cosa fare per essere perfetta.
Tenersi all’apparenza, forse descrivere
soltanto cose in mutua tenerezza.

Vita meravigliosa (Einaudi, 2020)

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Patrizia Cavalli, “Vita meravigliosa”

Patrizia Cavalli

Vita meravigliosa
sempre mi meravigli
che pure senza figli
mi resti ancora sposa

*

Ma prima di morire
forse potrò capire
la mia incerta e oscura condizione.

Forse per non morire
continuo a non capire
sicura in questa chiara confusione.

*

Ma valeva la pena di sognare
quel sogno così umile e ossequioso,
fermo al servizio di ogni mi paura,
copia stantia sei sogni dell’infanzia,
truffa e figura scialba del mio male
che già nel buio cominciavo a espiare,
colpa d’indifferenza e di incostanza?”

Da: Vita meravigliosa, di Patrizia Cavalli, Einaudi, 2020

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Patrizia Cavalli, da “Datura”

Patrizia Cavalli

«Cosí schiava. Che roba!
Cosí barbaramente schiava. E dai!
Cosí ridicolmente schiava. Ma insomma!
Che cosa sono io?
Meccanica, legata, ubbidiente,
in schiavitú biologica e credente. Basta,
scivolo nel sonno, qui comincia
il mio libero arbitrio, qui tocca a me
decidere che cosa mi accadrà,
come sarò, quali parole dire
nel sogno che mi assegno».

 

Patrizia Cavalli, Datura, Einaudi, 2013 Continua a leggere