Montale, “Voce giunta con le folaghe”

montaleEugenio Montale scrive “Voce giunta con le folaghe” nel 1947. La poesia fa parte della raccolta “La bufera e altro” pubblicata nel 1956 con l’editore Neri Pozza e con Mondadori, l’anno successivo.
I luoghi di “Voce giunta con le folaghe” sono le Cinque Terre. Il poeta si reca sulla tomba del padre, nel cimitero di Monterosso.
Voi:  “Eccoti fuor dal buio che ti teneva, padre”, “erto ai barbagli, senza scialle e berretto“.

Il particolare assordante di questi versi, letti da Luigia Sorrentino, è determinato proprio dal perenne moto circolare che compiono le due ombre, l’una nell’altra. L’ombra del poeta sulla tomba, non ha più peso dell’altra ombra. L’ombra è fidata, è il muto che risorge, che scorpora l’interno fuoco. E’ poesia religiosa, sembra uscita da una scrittura solenne e sacra: “L’una forse / ritroverà la forma in cui bruciava amor di Chi la mosse e non di sé /”, amor di Chi la mosse è l’amore divino, del Dio che ha generato l’ombra. Quale delle due ombre torna a bruciare nell’amore di Dio? Non è dato saperlo. Sappiamo che l’ombra è viva, mentre l’altra è riluttante, ma le due ombre sono insieme, l’una nell’altra. Si può pensare che entrambe tornino nella luce di Chi le ha generate dopo aver abitato il vuoto, fino al tempo del colmarsi, del ritrovarsi.

Indignatevi! 54 morti nel nostro mare Mediterraneo

Il Mediterraneo è ormai un cimitero. Cinquantaquattro persone, meta delle quali eritree, sono morte in un ennesimo viaggio della speranza a bordo di un gommone partito dalle coste della Libia e diretto verso quelle italiane. Solo uno dei passeggeri dell’imbarcazione è sopravvissuto, un eritreo. E’ stato lui a raccontare dell’odissea, iniziata a fine giugno sulle coste libiche e che si è conclusa dopo due settimane in modo tragico.

“I forti venti avrebbero spinto indietro l’imbarcazione, un gommone che dopo alcuni giorni ha iniziato a sgonfiarsi” ha raccontato il testimone agli operatori dell’Unhcr che lo hanno incontrato. A bordo non c’era acqua e gli immigrati sarebbero morti, progressivamente, di sete e disidratazione dopo aver tentato di bere anche l’acqua salata. Continua a leggere

Wislawa Szimborska, nulla accade due volte…

“Nulla accade due volte”

Grande silenzio e profonda emozione oggi, 9 febbraio 2012, a Cracovia, dove nel vecchio cimitero Rakowicki, alla presenza delle massime cariche dello stato, si sono svolti i funerali della poetessa polacca Wislawa Szymborska, Premio Nobel per la letteratura nel 1996, morta il primo febbraio scorso all’età di quasi 89 anni. “Oggi diamo l’ultimo saluto alla poetessa del lato sereno del mondo” ha detto nel suo intervento il presidente Bronislaw Komorowski giunto oggi a Cracovia insieme alla moglie Anna. Continua a leggere

Wislawa Szymborka, il saluto sulle note della Fitzgerald

La musica di Ella Fitzgerald accompagnerà il 9 febbraio 2012 a Varsavia i funerali della poetessa polacca Wislawa Szymborska, morta una settimana fa.

A mezzogiorno, riferisce l’Istituto polacco di cultura di Roma, l’urna con le ceneri della poetessa, Nobel per la letteratura 1996, verrà tumulata nella tomba di famiglia nel cimitero di Rakowiecki.

Alla cerimonia, che avrà un carattere laico e sarà aperta a tutti, presenzierà il presidente della Polonia Bronislaw Komorowski.