Il muto stupore del viaggiatore

9788883360473_0_0_1827_80di Fabrizio Fantoni

“Ma i veri viaggiatori partono per partire;/ cuori leggeri, s’allontanano come palloni,/ al loro destino mai cercano di sfuggire, /e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!”
In questi celebri versi Charles Baudelaire delinea la figura del viaggiatore come colui che lascia la propria terra spinto, esclusivamente, dal desiderio di partire nella consapevolezza che il viaggio non è fuga o evasione dalla vita, ma esperienza nuova caratterizzata da leggerezza ed imprevedibilità.

Una figura non dissimile di viaggiatore si rintraccia nella nuova raccolta poetica di Carlo Valtorta intitolata “Diario settentrionale” ( La Collana Stampa, 2016). Al centro del libro l’idea del “viaggio” intesa non come conseguenza di un’ insanabile rottura con la realtà caotica ed alienante -come si riscontra in tanta letteratura italiana del ventesimo secolo- bensì quale mezzo per acuire la percezione del mondo e, soprattutto, ampliare la nostra immaginazione. Continua a leggere

Carlo Valtorta

9788883360473_0_0_1827_80Dalla Pefazione di Maurizio Cucchi

In questo nuovo libro di Carlo Valtorta, assistiamo a un susseguirsi, a volte pacato, a volte quasi vorticoso, di impressioni, di sottili interpretazioni di un reale prevalentemente opaco (a tratti livido), eppure carico di senso.

Il nostro poeta viaggia, perlustra territori diversi, esplora un nord che è quello della sua Brianza, dei laghi e delle prealpi lombarde, ma anche quello, ben più estremo e forse avventuroso, della Scandinavia, delle “ricche capitali del merluzzo”, dove gli appaiono “le forme entusiasmanti della neve”. Valtorta conserva comunque una gentilezza di tratto, anche di fronte al “soffio plumbeo delle cose”, nel raccontare situazioni quanto mai prosaiche, di cui il suo occhio va costantemente a caccia. Lo fa con sensibile attenzione al dato minimo, alla minuzia del reale. Il suo andare è quello delle “estati in bicicletta”, delle gite locali, dell'”esotismo / delle domeniche in Brianza”, in una condizione di ricercata normalità che sfiora la bizzarria di un anticonformismo senz’ombra alcuna di equivoco ideologico, o rimanendo colpito da “l’ambigua meraviglia del reale”, dove si trovano anche turisti “americani che assaggiano / il riso col persico”. Continua a leggere